Fëdor Dostoevskij

Fëdor Mikhajlovic Dostoevskij (Mosca, 30 ottobre 1821 – San Pietroburgo, 28 gennaio 1881) è stato uno scrittore russo. È considerato uno dei più grandi romanzieri russi dell'Ottocento e, in generale, di ogni tempo.

In Italia, fino agli anni '40, è conosciuto con il nome Teodoro Dostojevski, nell'ambito della consuetudine di italianizzare il nome degli autori stranieri.

Fëdor, secondo di sette figli, nasce a Mosca da Michail Andrevic, un medico di origine lituana e dal carattere stravagante e dispotico che alleva il ragazzo in un clima autoritario.

La madre, Marija Necaeva, proveniva da una famiglia di commercianti. Il suo carattere era allegro e semplice, amava la musica ed era molto religiosa. Sarà lei ad insegnare a leggere al figlio facendogli conoscere Aleksandr Puškin, Vasilij Žukovskij e la Bibbia.

Nel 1828 il padre, Michail Andrevic, è iscritto con i figli nel libro d'oro della nobiltà moscovita.

Nel 1831 Fëdor si trasferisce con la famiglia a Darovoe in provincia di Tula dove il padre ha comprato un vasto terreno e nel 1834, insieme al fratello Michail, entra nel convitto privato di L.I Cermak, a Mosca.

Nel 1837 muore la madre, da tempo ammalata di tisi, e il giovane, insieme al fratello, viene iscritto al convitto preparatorio del capitano Kostomarov, in attesa degli esami d'ammissione all'Istituto di Ingegneria e il 16 gennaio 1838 entra alla Scuola superiore del genio militare di Pietroburgo, dove studia ingegneria militare, frequentandola però controvoglia essendo i suoi interessi già orientati verso la letteratura.

L'8 giugno 1838 il padre, che si era dato al bere e che maltrattava i propri contadini, viene ucciso probabilmente dagli stessi. Alla notizia della morte del padre F?dor ebbe il suo primo attacco di epilessia, malattia che lo perseguiterà per tutta la vita.

Nell'agosto 1841 Fëdor viene ammesso al corso per ufficiali subalterni e l'anno seguente viene promosso sottotenente. Nell'estate successiva entra in servizio effettivo presso il comando d'ingegneria di Pietroburgo.

Il 12 agosto 1843 Fëdor si diploma, ma nell'agosto 1844 dà le dimissioni, lascia il servizio militare e, rinunciando alla carriera che il titolo gli offre, lottando contro la povertà e la salute cagionevole, comincia a scrivere il suo primo libro, Povera Gente (Bednye Ljudi) , che vede la luce nel 1846 e ha gli elogi di critici come Belinskij e Nekrasov.

In questo suo primo romanzo, il novello scrittore rivela già quelli che saranno i suoi temi maggiori: la sofferenza per l'uomo socialmente degradato e incompreso.

Nell'estate Dostoevskij inizia a scrivere il suo secondo romanzo, Il sosia (Dvojnik), storia di uno sdoppiamento psichico che non ha però il consenso del primo romanzo e a novembre, in una sola notte, scrive Romanzo in nove lettere (Roman v devjati pisem).

Il 25 aprile 1849 viene arrestato per partecipazione a società segreta con scopi sovversivi. Insieme ad altri venti imputati viene condannato a morte ma lo zar commuta la condanna a morte in lavori forzati senza termine. La revoca della pena capitale viene comunicata allo scrittore solo sul patibolo (metodo utilizzato frequentemente a quei tempi); l'avvenimento lo segnerà molto, come ci testimoniano le riflessioni sulla pena di morte (alla quale Dostoevskij si dichiarerà fermamente contrario) in Delitto e castigo e ne L'idiota.

Graziato della vita, viene spedito in Siberia nella fortezza di Omsk. Dalla drammatica esperienza della reclusione matura una delle opere più crude e sconvolgenti di Dostoevskij, Memorie dalla Casa dei Morti, in cui varie umanità degradate vengono descritte come impersonificazioni delle più turpi abiezioni morali, pur senza che manchi nell'autore una vena di speranza. Anche i due capitoli dell'Epilogo di Delitto e castigo si svolgono in una fortezza sul fiume Irtiš, identificabile con Omsk.

Dostoevskij fu liberato dalla galera prima del termine della pena per la buona condotta, scontando il resto della stessa servendo nell'esercito in alcune città della Siberia, Barnaul e Kuznetsk. In questo periodo gli furono di grande supporto morale i libri inviatigli clandestinamente dal fratello Michail, tra cui i romanzi di Alexandre Dumas (padre) e la Critica della ragion pura di Immanuel Kant. Il 23 gennaio del 1854 termina il periodo di reclusione e viene assegnato come soldato di prima linea al 7° battaglione siberiano di stanza a Semipalatinsk, vicino al confine cinese.

Nel 1859 congedato dall'esercito Fëdor ottiene il permesso di rientrare nella Russia europea e si stabilisce a Tver, il capoluogo più vicino a Pietroburgo (l'ingresso nella capitale non gli è ancora concesso). prepara alacremente insieme al fratello Michail una riedizione delle sue opere precedenti (escluso Il Sosia che medita di riscrivere) e lavora alle sue memorie sul bagno penale (queste verranno terminate fra il 1860-61 e pubblicate fra il 61 e il 62 con il titolo di Memorie dalla Casa dei Morti).

Nel 1861 scrive Umiliati e offesi. Ripristina i suoi rapporti con l'intellighenzia pietroburghese; fa amicizia con due critici già affermati, Apollon Grigor'ev e Nikolaj Strachov e, insieme al fratello fonda la rivista Vremja (il Tempo) che si annuncia come espressione dell'"idea russa", ovvero della necessità di riavvicinare l'intellighenzia alle sue radici nazional - popolari (alla sua "humus" come usa dire Fëdor) e si contrappone apertamente alle correnti occidentaliste e radicali (di cui faceva parte per esempio Turgenev). su questa rivista Feodor pubblicherà Memorie dalla Casa dei Morti, Umiliati e offesi (1861) Un brutto aneddoto (1862) Note invernali su impressioni estive (1863).

Nel 1864, mentre scrive le Memorie dal sottosuolo, muore la moglie e, poco dopo, il fratello Michail, che gli lascia enormi debiti da pagare.

Nel 1865 compie un viaggio in Europa, dove, cercando di risolvere le proprie difficoltà economiche, gioca disperatamente alla roulette, col risultato di indebitarsi ancor più.

Nel 1866 inizia a pubblicare Delitto e castigo. Conosce una giovane e bravissima stenografa, Anna Snitkina, grazie alla quale riesce a pubblicare nello stesso anno Il giocatore, un'opera in cui Dostoevskij racconta le disavventure di alcuni personaggi presi dal vizio della roulette.

Nel 1867 sposa Anna a Pietroburgo e parte con lei per un nuovo viaggio in Europa. Comincia a scrivere L'idiota.

Nel 1868 nasce la figlia Sonja, che vive solo tre mesi. Il dramma della morte dei bambini è, non a caso, uno dei temi trattati nel romanzo L'idiota, portato a termine in questo stesso anno.

Nel 1869 nasce la seconda figlia, Ljubov' (che in russo significa "amore"). Pubblica L'eterno marito.

Nel 1870 lavora intensamente al romanzo I demoni, con cui l'autore sembra rinnegare definitivamente il proprio passato di libero pensatore nichilista.

Nel 1871 rinuncia una volte per tutte al vizio del gioco e, grazie agli introiti derivatigli dalla pubblicazione dei Demoni, può tornare a Pietroburgo e affrontare i suoi creditori. Stringe amicizia con Konstantin Pobedonostsev - uno degli intellettuali più influenti e più conservatori di Russia - che di lì a qualche anno diventerà procuratore del Santo Sinodo e scomunicherà Lev Nikolaevic Tolstoj. Nello stesso anno Dostoevskij assume la direzione della rivista conservatrice Grazdanin (il Cittadino), dove inizia a pubblicare dal 1873 il Diario di uno scrittore, una serie di articoli d'attualità nei quali emergerà anche l'antisemitismo dell'autore.

Nel 1879 è eletto membro dell'Accademia delle Scienze di Russia. Vive, ormai in condizioni agiate, fra Stàraja Russa e Pietroburgo. Nello stesso anno gli viene diagnosticato un enfisema polmonare e muore suo figlio Alekséj.

Nel gennaio del 1879 inizia sul "Russkij vestnik" la pubblicazione de I fratelli Karamàzov, il suo canto del cigno, il suo romanzo più voluminoso e forse più ricco di suspance, di drammaticità e di profonda moralità. Immediatamente il romanzo fu accolto con enorme favore. La stesura continuò tuttavia con lunghe pause. A causa del peggiorare delle sue condizioni di salute nell'estate dello stesso anno si reca a Ems per curarsi.

Durante le celebrazioni di Puškin nel giugno del 1880, legge un discorso composto in onore del letterato, che viene accolto entusiasticamente dal pubblico e, nei giorni successivi, dalla stampa. Il numero speciale del Diario di uno scrittore contenente il discorso vende quindicimila copie.

In autunno termina I fratelli Karamàzov, ed a dicembre esce su 3000 copie l'edizione in volume. In pochi giorni metà della tiratura è venduta. Nelle intenzioni dell'autore, avrebbe dovuto far seguito un altro romanzo in cui il minore dei fratelli Karamazov, Alesa, sarebbe cresciuto d'età. Ma per Dostoevskij diventa sempre più difficoltoso dedicarsi al lavoro intellettuale.

Muore improvvisamente, in seguito a un repentino aggravarsi del suo enfisema, il 28 gennaio 1881 a Pietroburgo, nello stesso appartamento dove ora si trova il museo a lui dedicato. Il 31 gennaio gli vengono tributate esequile solenni e venne sepolto nel Cimitero Tichvin del Monastero di Aleksander Nevskij.

Nel 1884 esce la prima edizione postuma delle sue opere complete in quattordici volumi.


 

 

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Tratto da: Fëdor Dostoevskij. Wikipedia, L'enciclopedia liberaa.