Henry Ford


Figlio di agricoltori di origine irlandese, nel 1888 si trasferì a Detroit dove venne assunto dalla società d'elettricità del grande Thomas Alva Edison, l'inventore della lampadina. Durante il tempo libero si dedicò alla costruzione di un'automobile con il motore a scoppio inventato da Carl Benz e Gottlieb Daimler pochi anni prima. Nel 1899 lasciò l'impiego ed entrò come ingegnere capo nella Detroit Automobile Company. Dopo tre anni decise di lasciarla e fondare la Ford Motor Company. Era stato lo stesso vecchio Edison, nei confronti del quale aveva molta ammirazione, a consigliarlo in tal senso. Henry Ford, con lo scopo di contenere i prezzi dei beni prodotti attraverso la riduzione dei tempi di lavorazione, introdusse il sistema di lavoro della catena di montaggio. Resta famosa la Ford T, auto semplice (era disponibile solo di colore nero) ed economica, la prima ad essere prodotta su grande scala. Era il 1908 che la prima Ford T vide la luce, la mitica Lizzie, così la chiamarono gli americani. Venne prodotta fino al 1927 e ne furono costruite 15 milioni di esemplari.

Suo è il detto Quello che non c'è non si rompe (sempre in riferimento, pare, alla semplicità con cui era fabbricata la Ford T).

Dal 1967 il suo nome è inserito nell'Automotive Hall of Fame che raggruppa le maggiori personalità distintesi in campo automobilistico, premio assegnato da una associazione la cui sede attuale è nella sua città di nascita.

Pare che Henry Ford fosse un'estimatore della casa automobilistica italiana "Alfa Romeo". Sua è infatti la famosa frase "Ogni volta che vedo passare un'Alfa Romeo, mi tolgo il cappello".

In occasione del suo 65° compleanno nel 1938, Hitler lo insignì della Gran Croce del Supremo Ordine dell'Aquila Tedesca, che è la più alta onorificienza del regime nazista che si poteva concedere ad uno straniero.

 

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Tratto da: Henry Ford. Wikipedia, L'enciclopedia liberaa.