Paul Michel Foucault

 

Paul Michel Foucault (Poitiers 15 ottobre 1926 - Parigi 26 giugno 1984) fu uno storico e un filosofo.

Tra i grandi pensatori del XX secolo Foucault fu l'unico che realizzò il progetto storico-genealogico propugnato da Nietzsche allorché segnalava che, nonostante ogni storicismo, continuasse a mancare una storia della follia, del crimine e del sesso.

I lavori di Foucault si concentrano su un argomento simile a quello della burocrazia e della connessa razionalizzazione trattato da Max Weber. Egli studiò lo sviluppo delle prigioni, degli ospedali, delle scuole e di altre grandi organizzazioni sociali. Sua è la teorizzazione che vide il modello del Panopticon, ideato da Jeremy Bentham come applicabile alla società moderna.

Importanti sono anche gli studi di Foucault sulla sessualità, secondo il quale non è sempre esistita così come la conosciamo noi oggi e così come soprattutto ne discutiamo. In particolare negli ultimi due secoli la sfera del sesso è stata oggetto di una volontà di sapere, di una pratica confessionale che prosegue in maniera blanda ma comunque diffusa la volontà di potere e di sapere istituita con la modernità dalle istituzioni prima religiose e poi secolari.

La sua produzione può essere divisa generalmente in due periodi: il primo relativo alle teorie raccolte nelle opere Storia della follia nell'età classica, Nascita della clinica, Le parole e le cose e L'archeologia del sapere.

In queste opere Foucault propone un'analisi ch'egli definisce "archeologica", dei processi di costituzione e di formazione del 'sapere' di un certo momento, in un certo luogo, per una certa disciplina. In particolare Foucault analizza il formarsi del campo di studi delle "scienze umane".

Per la realizzazione di quest'analisi egli introdurrà, tra gli altri, il concetto di "episteme", col quale indicherà l'insieme delle formazioni discorsive performanti per i sistemi concettuali di una determinata epoca storica, in un determinato contesto geografico e sociale. A partire dall'episteme, secondo Foucault, diviene possibile che solo certi "giochi di verità" abbiano luogo e non altri.

Un esempio di disciplina che, nella nostra epoca e cultura, fornisce epistemi, è la psicanalisi freudiana che ricorre spesso nell'opera dell'autore oltre che come esempio di scienza in grado di produrre conoscenza, anche come fonte di esercizio di potere nel limitare la libertà critica, sfruttando la propria autorità di disciplina consolidata.

Il secondo periodo della sua produzione è invece direttamente interessato all'esercizio del potere e al suo funzionamento. Visse il '68 fuori dalla Francia, ma partecipò alla temperie culturale seguente, come pensatore di prestigio oltre che accademico riconosciuto.

Risente della cultura marxista, ma ribalta completamente il discorso sul soggetto della storia. Non c'è una classe repressa portatrice inevitabile di sviluppo, come in Marx. Foucault parla di una microfisica del potere, risentendo chiaramente del dibattito strutturalista e poststrutturalista, nonché della nietszsche renaissance che a lui deve molto. Il concetto di potere espresso da Foucault è profondamente attuale, essendo una sorta di campo relazionale mai gestito da qualcuno (il capitalista, il prete...). È prima di tutto un discorso (una proliferazione di discorsi) portato verso una direzione in seguito a stratificazioni di un senso piuttosto che un altro. Qualcosa che condiziona ma che lascia margini di gioco, di distorsione, di sviluppo.

Il tema della conoscenza è centrale nel pensiero di F., che ad essa lega la storia stessa della cultura dell'occidente con riferimenti all'esercizio del potere tramite la gestione della verità effettuati ad esempio dalla Chiesa o dalla scienza positiva. Una rivoluzione della conoscenza e della "verità" porta inevitabilmente dei cambiamenti forti nella essenza stessa della società e della sua cultura. Cosicché la storia si viene a delineare come costituita da momenti di grave crisi delle "verità" seguiti da periodi di relativa stabilità in cui una serie di "discorsi" domina su altri. Il "discorso", quindi, si viene a delineare come una costruzione basata su degli epistemi tramite il quale viene esercitato un potere e rispetto al quale, per la difesa di questo discorso, esistono una serie di tecniche e procedure, tra cui l'interdetto ossia il divieto per certi argomenti ad essere trattati: la creazione dei tabù, oppure il rapporto con i discorsi dei folli, che in quanto tali non vengono presi in considerazione oppure caricati di valori misteriosi, ma mai trattati come discorsi reali e valutabili in quanto tali (da ciò il procedimento inverso, ossia il considerare folli coloro che fanno dei discorsi inaccettabili e al limite bruciarli al rogo!)

 

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Tratto da: Paul Michel Foucault. Wikipedia, L'enciclopedia liberaa.