Andrè Gide


André Paul Guillaume Gide (22 novembre 1869 - 19 febbraio 1951) fu uno scrittore francese, Premio Nobel per la letteratura nel 1947, e portavoce dei diritti degli omosessuali.

Gide nacque a Parigi. Suo padre era un professore universitario di legge e morì nel 1880. Suo zio era l'economista politico Charles Gide. André trascorse in Normandia una infanzia isolata e divenne presto uno scrittore prolifico. Nel 1895, dopo la morte di sua madre, sposò la propria cugina Madeleine Rondeaux, ma il matrimonio non fu mai consumato.

Nel 1891 Gide pubblicò il suo primo romanzo, I quaderni di André Walter (in francese: Les Cahiers d'André Walter). Nel 1893 e 1894 Gide viaggiò nel nord Africa. Divenne amico di Oscar Wilde ad Algeri e in seguito iniziò a riconoscere il suo orientamento omosessuale. Nel 1896 fu sindaco di La Roque-Baignard, una piccola città in Normandia.

Nel 1908 Gide contribuì a fondare la rivista letteraria Nouvelle Revue française (La Nuova Rivista Francese).

Nel 1914 pubblica Les caves du Vatican (I sotterranei del Vaticano) una rappresentazione satirica degli inganni e delle truffe della società borghese.

Negli Anni Venti Gide divenne una fonte di ispirazione per scrittori come Albert Camus e Jean-Paul Sartre. Nel 1923 pubblicò un libro su Fedor Dostoevskij. Tuttavia, quando difese l'omosessualità nell'edizione pubblica di Corydon (1924), suscitò vasta riprovazione. In seguito egli considerò quell'opera come la sua più importante.

Nel 1923 ebbe una figlia, chiamata Catherine, da un'altra donna, Maria Van Rysselberghe. Sua moglie Madeleine morì nel 1938. Egli attinse dall'esperienza del suo matrimonio non consumato nel suo romanzo Et Nunc Manet in Te (1951).

Dopo il 1925 iniziò una campagna in favore di condizioni più umane per i criminali. Nel 1926 pubblicò una autobiografia, Si le grain ne meurt.

Dal luglio 1926 al maggio 1927 viaggiò per le colonie francesi dell'Africa equatoriale con suo nipote Marc Allégret. Successivamente fu nel Congo centrale (ora Repubblica del Congo), nel Oubangui-Chari (ora la Repubblica Centroafricana), per breve tempo in Ciad e quindi in Camerun prima di fare rientro in Francia. Tenne una cronaca delle sue peregrinazioni in diari intitolati Voyage au Congo (Viaggio in Congo) e Retour du Tchad (Ritorno dal Ciad). In questi diari pubblicati egli criticava il comportamento delle società d'affari francesi in Congo e chiedeva riforme. In particolare, criticava fermamente il regime di "grandi concessioni" (régime des Grandes Concessions), cioè un regime in cui parte della colonia era concessa a compagnie francesi le quali potevano sfruttare tutte le risorse naturali dell'area, specialmente la gomma. Raccontò per esempio come i nativi erano costretti a lasciare i loro villaggi per diverse settimane per raccogliere gomma nella foresta, arrivò a paragonare il loro sfruttamento alla schiavitù.

Durante gli Anni Trenta divenne per breve tempo comunista, ma perse le illusioni dopo una visita all'Unione Sovietica. La sua critica al comunismo gli costò la perdita di molti dei suoi amici socialisti, specialmente quando ruppe chiaramente con il comunismo in Retour de L'U.R.S.S. del 1936. Contribuì anche a "Il Dio che fallì", una raccolta di scritti di diversi giornalisti e scrittori ex comunisti.

Gide lasciò la Francia per l'Africa nel 1942 e visse là fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1947 ricevette il Premio Nobel per la letteratura.

Gide morì il 19 febbraio 1951. La Chiesa Cattolica mise i suoi libri all'Indice dei Libri Proibiti nel 1952.

I romanzi di Gide, incluso L'Immoraliste (1902), La Porte étroite (1909), e Les Faux Monnayeurs (1925), spesso trattano di quei dilemmi morali che gli si presentarono nella vita reale.

 

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Tratto da: Andrè Gide.  Wikipedia, L'enciclopedia libera.