Abraham Lincoln

Abraham Lincoln (talvolta citato, nei testi in lingua italiana, come Abramo Lincoln; Hodgenville, 12 febbraio 1809 – Washington, 15 aprile 1865) è stato un politico statunitense. È stato il 16º Presidente degli Stati Uniti d'America, ed il primo ad appartenere al Partito Repubblicano. È considerato sia dalla storiografia sia dall'opinione pubblica uno dei più importanti e popolari presidenti degli Stati Uniti.

Fu il presidente che pose fine alla schiavitù, prima con la Proclamazione dell'Emancipazione (1863), che liberò gli schiavi negli Stati dell'Unione, e poi con la ratifica del Tredicesimo Emendamento della Costituzione Americana, con il quale nel 1865 la schiavitù venne abolita in tutti gli Stati Uniti. A Lincoln è riconosciuto il merito di aver allo stesso tempo preservato l'unità federale della nazione, sconfiggendo gli Stati Confederati d'America (favorevoli al mantenimento della schiavitù) nella Guerra di secessione americana.

L'operato di Lincoln ha avuto una duratura influenza sulle istituzioni politiche e sociali degli Stati Uniti, dando inizio ad un maggiore accentramento del potere del governo federale e ponendo un limite al raggio d'autonomia dei governi dei singoli Stati. L'autorevolezza di Lincoln è stata rafforzata dalla sua abilità di oratore, e il Discorso di Gettysburg, il più significativo e famoso da lui pronunciato, è considerato una delle pietre miliari dell'unità e dei valori della nazione americana.

Alcuni sostenitori dei "diritti degli Stati" (in particolare coloro che guardavano con favore alle posizioni dei Confederati), hanno considerato Lincoln un autoritario, che sospese le libertà civili e la segretezza della votazione, fece giustiziare i dimostranti contrari alla guerra, e soppresse il legittimo diritto di secessione, per il quale lo stesso Lincoln aveva discusso nel 1848. Altri critici enfatizzano il credo di Lincoln nella supremazia bianca (si veda il Dibattito Lincoln-Douglas del 1858) e l'iniziale appoggio alla schiavitù.

Lincoln nacque il 12 febbraio del 1809, in una fattoria di Nolin Creek, da Thomas Lincoln e Nancy Hanks, due contadini privi di una formale educazione. Lincoln si trasferì in giovane età nell'Indiana, e successivamente a New Salem nell'Illinois. Prestò servizio come capitano nell'esercito degli Stati Uniti d'America durante la Guerra di Aquila Nera. In seguito si cimentò in alcune imprese politiche e commerciali e godette di ottima reputazione come avvocato. In breve tempo venne eletto al Congresso degli Stati Uniti nel 1846, ed ebbe un ottimo tirocinio nell'Illinois, sia prima che dopo il suo singolo mandato alla Camera dei Rappresentanti USA.

Lincoln passò la maggior parte del suo tempo da solo e non fece una grande impressione presso i suoi colleghi politici. Usò la propria posizione per poter parlare contro la guerra con il Messico, che attribuì al desiderio di "gloria militare". Quando il suo mandato finì, si dedicò principalmente a guadagnarsi da vivere come avvocato.

Lincoln divenne famoso nell'ambiente legale dell'Illinois alla metà degli anni 1850, specialmente per la sua partecipazione a processi riguardanti interessi in competizione nel campo dei trasporti, sia fluviali che ferroviari.

Per esempio, egli rappresentò la Alton & Sangamon Railroad in un processo del 1851 contro uno dei suoi azionisti, James A. Barret: quest'ultimo aveva rifiutato di pagare il dovuto all'impresa con la motivazione che essa aveva cambiato il percorso progettato inizialmente.

Lincoln sostenne che, secondo la legge, una società non è legata dal suo statuto originario quando questo può essere corretto nell'interesse del pubblico, che il nuovo percorso era migliore e meno costoso, e che di conseguenza la società aveva il diritto di citare Mr. Barret per il suo mancato pagamento. Lincoln vinse la causa, e la decisione da parte della Corte Suprema dell'Illinois fu citata da molte altre corti in tutti gli Stati Uniti.

Un altro importante esempio del talento di Lincoln come avvocato per le ferrovie fu una causa su un'esenzione dalle tasse che lo stato concesse all'Illinois Central Railroad. La contea di McLean sostenne che lo stato non aveva l'autorità per concedere una simile esenzione, e voleva tassare comunque la società. Nel gennaio del 1856, la Corte Suprema dell'Illinois decise di confermare l'esenzione dalle tasse, dichiarandosi d'accordo con gli argomenti di Lincoln.

Lincoln viene solitamente ritratto con la barba, ma la fece crescere solo negli ultimi anni della sua vita.

Il Kansas-Nebraska Act del 1854, che aprì i due citati territori alla schiavitù (annullando quindi i limiti alla diffusione della schiavitù che erano parte del Compromesso del Missouri del 1820), aiutò inoltre Lincoln a tornare nella politica. A farlo risaltare rispetto agli altri fu un discorso contro il Kansas-Nebraska, il 16 ottobre 1854 a Peoria.

Durante la sua campagna (perdente) per essere eletto senatore nel 1858 contro Stephen A. Douglas, Lincoln condusse molti dibattiti contro Douglas in una serie di eventi che rappresentarono una discussione a livello nazionale su problemi che avrebbero presto spaccato la nazione in due. Tali dibattiti furono l'anticipazione delle elezioni presidenziali del 1860, in cui Douglas e Lincoln erano di nuovo pretendenti. Il 6 novembre 1860 Lincoln venne eletto sedicesimo Presidente degli Stati Uniti d'America, il primo repubblicano a raggiungere tale carica.

Poco dopo la sua elezione, la parte Sud degli Stati Uniti fece vedere inequivocabilmente che la secessione era inevitabile, il che aumentò notevolmente la tensione che attraversava la nazione. Lincoln sopravvisse ad un tentativo di assassinio a Baltimora, e il 23 febbraio 1861 arrivò a Washington in segreto e sotto mentite spoglie. I sudisti ridicolizzarono Lincoln per questo atto di codardia, ma l'impegno nella sicurezza non era da sottovalutare.

All'insediamento di Lincoln il 4 marzo 1861, i Turner formarono la sua guardia del corpo; era inoltre presente una considerevole guarnigione di truppe federali, pronta a proteggere il presidente e la capitale dall'invasione dei ribelli.

La posizione di Lincoln riguardo alla liberazione dalla schiavitù degli Afro-Americani è a tutt'oggi oggetto di controversie, nonostante la frequenza e la chiarezza con cui la sostenne sia prima della sua elezione come presidente (vedi Controversie Lincoln-Douglas del 1858) sia dopo (vedi Primo discorso inaugurale di Lincoln). Espose la sua posizione con forza e in brevi parole in una lettera a Horace Greeley del 22 agosto 1862.

«Io salverei l'Unione. La salverei nella maniera più rapida al cospetto della Costituzione degli Stati Uniti. Prima potrà essere ripristinata l'autorità nazionale, più simile sarà l'Unione "all'Unione che fu". Se ci fosse chi non desidera salvare l'Unione, a meno di non potere allo stesso tempo salvare la schiavitù, io non sarei d'accordo con costoro. Se ci fosse chi non desidera salvare l'Unione a meno di non poter al tempo stesso sconfiggere la schiavitù, io non sarei d'accordo con costoro. Il mio obiettivo supremo in questa battaglia è di salvare l'Unione, e non se porre fine o salvare la schiavitù. Se potessi salvare l'Unione senza liberare nessuno schiavo, io lo farei; e se potessi salvarla liberando tutti gli schiavi, io lo farei; e se potessi salvarla liberando alcuni e lasciandone altri soli, io lo farei anche in questo caso. Quello che faccio a riguardo della schiavitù, e della razza di colore, lo faccio perché credo che aiuti a salvare l'Unione; e ciò che evito di fare, lo evito perché non credo possa aiutare a salvare l'Unione. Dovrò fermarmi ogni volta che crederò di star facendo qualcosa che rechi danno alla causa, e dovrò impegnarmi di più ogni volta che crederò che fare di più rechi giovamento alla causa. Dovrò provare a correggere gli errori quando dimostreranno d'essere errori; e dovrò adottare nuove vedute non appena mostreranno di essere vedute corrette».

«Ho sostenuto qui i miei propositi in accordo con il punto di vista dei miei obblighi ufficiali; e non ho intenzione di modificare la mia più volte ribadita volontà personale che tutti gli uomini possano essere liberi» .

In ogni caso, al momento in cui scrive questa lettera, Lincoln stava già andando verso l'emancipazione, cosa che avrebbe portato alla Proclamazione dell'emancipazione.

È inoltre rivelatoria la sua lettera scritta un anno dopo a James Conkling il 26 agosto 1863, che includeva il seguente estratto:

«C'è voluto più di un anno e mezzo per sopprimere la ribellione prima che fosse tenuta la proclamazione, gli ultimi cento giorni dei quali passati con l'esplicita coscienza che stava arrivando, senza essere avvertita da quelli in rivolta, ritornando alle loro faccende. La guerra è progredita in modo a noi favorevole dall'annuncio della proclamazione. So, per quanto sia possibile conoscere le opinioni degli altri, che alcuni comandanti delle nostre armate in campo, che ci hanno dato i successi più importanti, credono nella politica dell'emancipazione e l'uso delle truppe di colore costituisce il colpo più pesante finora sferrato alla Ribellione, e che almeno uno di questi importanti successi non sarebbe stato raggiunto se non fosse stato per l'aiuto dei soldati neri. Tra i comandanti che hanno queste opinioni ve ne sono alcuni che non hanno mai avuto alcuna affinità con quello che viene chiamato abolizionismo o con le politiche del partito repubblicano ma le sostengono dalla prospettiva puramente militare. Sottometto queste opinioni come intitolate ad una certa rilevanza contro le obiezioni spesso mosse che emancipare ed armare i neri siano scelte militari poco sagge e non siano state adottate come tali in buona fede» .

«Voi dite che non combatterete per liberare i negri. Alcuni di loro sembrano disposti a lottare per voi; ma non importa. Combattete allora esclusivamente per salvare l'Unione. Ho emanato la proclamazione di proposito per aiutarvi a salvare l'Unione. Nel momento in cui avrete vinto tutta la resistenza all'Unione, se vi inciterò a combattere ancora, sarà il momento buono per voi di dichiarare che non combatterete per liberare i negri».

«Ho pensato che nella vostra lotta per l'Unione, a qualsiasi livello i negri abbiano cessato di aiutare il nemico, a tale livello hanno indebolito la resistenza del nemico nei vostri confronti. La pensate diversamente? Ho pensato che qualsiasi negro che possa essere impiegato come soldato, lascia meno da fare ai soldati bianchi per salvare l'Unione. Vi sembra vada diversamente? Ma i negri, come le altre persone, agiscono in base a motivazioni. Perché dovrebbero fare qualcosa per noi, se non faremo niente per loro? Se mettono a rischio le loro vite per noi, devono essere spinte dal più forte dei motivi—anche la promessa della libertà. E la promessa fatta, deve essere mantenuta».

Lincoln si incontra con il suo gabinetto per la prima lettura della bozza della Proclamazione di emancipazione, il 22 luglio 1862. Dirà in seguito: "Non mi sono mai, nella mia vita, sentito più certo di stare facendo la cosa giusta, che quando firmai quel documento."

Lincoln è spesso accreditato come colui che liberò gli schiavi afro-americani con la Proclamazione dell'emancipazione, anche se questo liberò solo gli schiavi nelle aree della Confederazione non ancora controllate dall'Unione; nei territori occupati e del nord, gli schiavi non vennero liberati. In ogni caso, la proclamazione abolì la schiavitù negli stati ribelli, uno degli obiettivi della guerra e divenne l'input per la modifica del tredicesimo e del quattordicesimo emendamento della costituzione americana che rispettivamente abolivano la schiavitù e stabilivano i diritti civili federali.

Lincoln mostrò un carisma magnetico alla popolazione dell'Unione durante la guerra come è evidenziato dal discorso di Gettysburg, un discorso tenuto in occasione della dedica di un cimitero per i soldati dell'Unione morti nella battaglia di Gettysburg del 1863. Mentre la maggioranza di coloro che tennero discorsi (come ad esempio Edward Everett) parlarono a lungo all'evento, alcuni per ore, le poche parole scelte di Lincoln risuonarono attraverso la nazione e la storia, sconfiggendo la predizione fatta da Lincoln stesso che "il mondo non le annoterà, e non sarà ricordato a lungo quello che diciamo qui". Mentre ci sono pochi documenti relativi agli altri discorsi del giorno, quello di Lincoln è ritenuto essere uno dei più grandi della storia.

La guerra fu una fonte di costante frustrazione per il presidente, e occupò quasi tutto il suo tempo. Dopo ripetute delusioni da parte del Generale George McClellan e di una fila di altri comandanti generali di scarso successo, Lincoln si affidò alla fiduciosa decisione di nominare un comandante dell'esercito radicale e in qualche modo scandaloso: il generale Ulysses S. Grant. Grant avrebbe applicato il suo sapere militare e il suo talento nella conduzione degli uomini, per arrivare alla fine della guerra.

Quando Richmond, la capitale confederata, venne infine catturata, Lincoln vi si recò per compiere un gesto pubblico, sedendosi alla scrivania di Jefferson Davis, dicendo in maniera simbolica alla nazione che il Presidente degli Stati Uniti aveva autorità su tutto il territorio. Venne accolto in città come un eroe conquistatore dagli schiavi liberati, i cui sentimenti vennero riassunti dalla frase di un ammiratore, "So che sono libero perché ho visto il volto di Padre Abramo e l'ho sentito."

La ricostruzione dell'Unione pesò molto sulla mente del presidente. Egli era determinato a intraprendere un percorso che non avrebbe alienato permanentemente gli ex stati confederati.

Nel 1864, Lincoln fu il primo ed unico presidente ad affrontare un'elezione presidenziale durante la guerra. La durata della guerra e la questione dell'emancipazione apparvero ostacolare gravemente le sue prospettive e una sconfitta elettorale nei confronti del candidato democratico George McClellan appariva probabile. Comunque, una serie di tempestive vittorie dell'Unione, poco prima del giorno delle elezioni, cambiarono la situazione in modo sostanziale e Lincoln venne rieletto.

Durante la guerra di secessione Lincoln ebbe poteri che nessun presidente precedente aveva detenuto; sospese il precetto dell'habeas corpus e imprigionò di frequente le spie e i simpatizzanti sudisti senza processo. D'altra parte, spesso annullò le esecuzioni.

Dopo la fine della guerra, Lincoln si era incontrato di frequente con il generale Grant. I due uomini pianificavano la ricostruzione del Paese ed era nota a tutti la loro stima reciproca. Durante il loro ultimo incontro, il 14 aprile 1865 (Venerdì Santo), Lincoln aveva invitato il generale Grant ad un evento mondano per quella sera, ma Grant aveva declinato.

Senza la compagnia del generale e senza la sua guardia del corpo Ward Hill Lamon, al quale il Presidente aveva raccontato il famoso sogno premonitore del suo assassinio, i Lincoln andarono al Ford's Theatre, dove era in programmazione Our American Cousin, una commedia musicale dello scrittore britannico Tom Taylor (1817-1880). Nell'istante in cui Lincoln prese posto nel palco presidenziale, John Wilkes Booth, un attore della Virginia simpatizzante sudista, entrò nel palco e sparò un colpo di pistola calibro 44 alla testa del Presidente, gridando "Sic semper tyrannis!" (Latino: "Così sempre ai tiranni!" (motto dello Stato della Virginia e frase storicamente pronunciata da Bruto nell'uccidere Cesare). Secondo altre versioni gridò "Il Sud è vendicato", saltando successivamente giù dal palco e rompendosi una gamba).

I cospiratori avevano pianificato l'assassinio di altri ufficiali del governo nello stesso istante, ma Lincoln fu l'unica vittima. Booth si trascinò al proprio cavallo e riusci a fuggire, mentre il Presidente colpito a morte fu portato in una casa dall'altro lato della strada oggi chiamata Petersen House, dove giacque in coma per alcune ore prima di spirare. Fu ufficialmente dichiarato morto alle 7:21 del mattino del 15 aprile 1865.

Booth e diversi altri cospiratori vennero infine catturati e impiccati o imprigionati. Booth fu scoperto nascosto in un granaio e venne ucciso. Quattro persone furono giudicate da un tribunale militare e impiccate per complicità nell'assassinio: David Herold, George Atzerodt, Lewis Powell (alias Lewis Payne) e Mary Surratt (la prima donna ad essere giustiziata negli Stati Uniti). Tre persone vennero condannate all'ergastolo (Michael O'Laughlin, Samuel Arnold, e Samuel Mudd), mentre Edman Spangler fu condannato a sei anni di carcere. John Surratt, giudicato successivamente da una corte civile, fu prosciolto. L'equità delle condanne, in particolare quella di Mary Surratt, è stata messa in discussione ed esistono dubbi sul grado del suo coinvolgimento nella cospirazione.

Il corpo di Lincoln fu riportato in Illinois in treno, con un grandioso corteo funebre che attraversò diversi stati. L'intera nazione pianse l'uomo che molti consideravano il salvatore degli Stati Uniti, nonché protettore e difensore di ciò che Lincoln stesso chiamava "il governo della gente, dalla gente e per la gente". Alcuni critici sostengono come in realtà fossero i Confederati a difendere il loro diritto all'auto-governo, diritto che Lincoln aveva soppresso, e come l'unità degli Stati fosse stata preservata a discapito della sua natura volontaria.

Lincoln venne seppellito all'"Oak Ridge Cemetery" di Springfield, dove nel 1874 fu terminata la costruzione di una tomba in granito alta 54 metri, sormontata da diverse statue di bronzo. Vi sono sepolti anche la moglie di Lincoln e tre dei suoi quattro figli (Robert è sepolto nel Cimitero Nazionale di Arlington). Negli anni successivi alla sua morte vennero compiuti dei tentativi di rubare la salma di Lincoln allo scopo di ottenere un riscatto. Attorno al 1900 Robert Todd Lincoln decise che per prevenire il furto del corpo era necessario costruire una cripta permanente per il padre. La bara di Lincoln sarebbe stata racchiusa da spesse pareti di cemento, circondate da una gabbia, e sepolta sotto una lastra di pietra. Il 26 settembre 1901 il corpo di Lincoln venne riesumato così da poter essere nuovamente sepolto nella nuova cripta. I presenti (23 persone compreso Robert Lincoln) temendo che il corpo potesse essere stato trafugato negli anni intercorsi, decisero comunque di aprire la bara per controllare.

Quando la aprirono, furono meravigliati da ciò che videro. Il corpo di Lincoln era quasi perfettamente conservato. Era stato imbalsamato così bene dopo la sua morte che il corpo non si era decomposto. Era infatti perfettamente riconoscibile, anche a ormai più di trent'anni dalla morte. Sul suo petto poterono vedere dei piccoli brandelli rossi, bianchi e blu resti della bandiera statunitense con la quale era stato seppellito, che si era ormai disintegrata.

Tutte e 23 le persone che videro i resti di Lincoln sono scomparse da tempo. L'ultima di queste fu Fleetwood Lindley, che morì il 1 febbraio 1963. Tre giorni prima di morire, Lindley venne intervistato. Disse: «Sì, la sua faccia era bianca come il gesso. I suoi vestiti umidi. Mi venne permesso di reggere una delle strisce di pelle quando calammo il feretro per versare il cemento. Non fui spaventato al momento, ma dormii con Lincoln per i sei mesi successivi».

Lincoln è stato ricordato in molti modi. Diverse città statunitensi portano il suo nome, soprattutto la capitale del Nebraska. Gli è stato dedicato il Lincoln Memorial di Washington, ed è raffigurato sulla banconota da cinque dollari, sulla moneta da un centesimo e nel monumento del Monte Rushmore. La Tomba di Lincoln e la Casa di Lincoln a Springfield, New Salem (Illinois) (una ricostruzione della cittadina dove visse all'inizio dell'età adulta), il Ford's Theater e la Petersen House sono tutti luoghi conservati come musei.

Il 12 febbraio 1892 il compleanno di Lincoln venne dichiarato come festività federale negli Stati Uniti, anche se venne in seguito combinato con il compleanno di George Washington nel President's Day (sono ancora celebrati separatamente in Illinois).

Il sottomarino Abraham Lincoln (SSBN-602) e la portaerei Abraham Lincoln (CVN-72) sono stati battezzati in suo onore.

 

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Tratto da: Abraham Lincoln. Wikipedia, L'enciclopedia libera.