Domenico Modugno

Domenico Modugno (Polignano a Mare, 9 gennaio 1928 – Lampedusa, 6 agosto 1994) è stato un cantautore, compositore, chitarrista, attore e regista italiano.

É considerato uno dei più grandi cantautori italiani e uno dei più profilici artisti in generale, avendo inciso circa 230 canzoni, interpretando 38 film, recitando 13 volte in teatro, conducendo alcuni programmi televisivi come conduttore, recitando in 7 film televisivi e apparendo numerose volte, sia in televisione che dal vivo, davanti alle platee. É molto noto al grande pubblico per le sue quattro vittorie al Festival di Sanremo, in particolar modo per quella del 1958 con la canzone Nel blu dipinto di blu, scritta con Franco Migliacci e universalmente nota come Volare, destinata a diventare una delle più conosciute canzoni italiane nel mondo.

E così un trentenne pugliese, che fino ad allora ha avuto un modesto successo in Italia come cantante ed attore, diventa, con la vittoria al Festival di Sanremo, il più noto cantante italiano nel mondo, e la sua Nel blu dipinto di blu diventa la canzone italiana più conosciuta dopo 'O sole mio, unico disco nella storia della musica italiana ad arrivare al primo posto (ed a restarci per ben tredici settimane) nell'hit parade americana, record tuttora ineguagliato per una canzone italiana, tanto che L'espresso nell'agosto del 1958 può così scrivere nei titoli in copertina: Modugno ha conquistato l'America, ed a fine anno i dati di vendita sono esaltanti, battendo ogni record per un disco italiano fino a quel momento: ben 800.000 copie in Italia e oltre 22 milioni nel mondo. Secondo i dati riportati dalla Siae. Nel blu dipinto di blu è stata la canzone italiana più eseguita al mondo dal 1958 ad oggi, ed ha avuto innumerevoli versioni in moltissime lingue.

Oggi come allora è considerato uno dei padri dei cantautori italiani (è stato il primo che si è affermato nel dopoguerra, essendo Odoardo Spadaro e Armando Gill di epoca precedente), e come autore e interprete è tra i più grandi d'Europa, uno dei pochi europei a vincere nello stesso anno (il 1958) tre Premi Grammy (fu inoltre per molti anni l'unico italiano ad aver vinto): uno come disco dell'anno, uno come canzone dell'anno ed uno come miglior interprete del 1958.

Domenico Modugno nasce il 9 gennaio 1928 a Polignano a Mare (dove ora gli è stata dedicata un Lungomare con annesso bassorilievo in memoria), provincia di Bari, in piazza Minerva 5 (oggi piazza Caduti di via Fani), da Vito Cosimo Modugno, brigadiere dei carabinieri, e Pasqua Lorusso; ha due fratelli maschi, Vito Antonio detto Tonino e Giovanni detto Giannino, ed una sorella, Teresa, e sin da piccolo in famiglia viene chiamato Mimì. Resta a Polignano a mare fino ai 10 anni per poi tornarci ogni estate fino alla maggiore età.

Nel 1935 il padre è trasferito a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi (dove verranno sepolti i genitori di Modugno): Mimmo inizia ad andare a scuola, e contemporaneamente impara il dialetto vernacolo sanpietrano (dialetto salentino) che,a differenza dei dialetti del brindisino è un tipico dialetto Leccese che può ricordare il siciliano; in questo dialetto scrive le sue prime canzoni.

Nell'adolescenza impara a suonare la chitarra sotto gli insegnamenti del padre Vito Cosimo e la fisarmonica, mentre nel 1945 compone le sue due prime canzoni, che tuttavia non inciderà mai: E la luna fra le nubi che sorride al mio dolore e Il treno che fischia. Scrive anche alcune poesie, che fa stampare dal padre del suo amico Guglielmo Centonze, che è tipografo.

Nel frattempo frequenta l'Istituto di Ragioneria a Lecce. Nel 1947 si trasferisce (all'insaputa del padre) a Torino per cercare fortuna, e lavora prima come cameriere e poi come apprendista gommista alloggiando in una baracca in affitto. Gli rimase nell'anima il freddo patito a Torino, che all'epoca era la capitale del cinema italiano.

Nel 1949, dopo il servizio militare effettuato a Bologna, con tanto divertimento assieme all'amico polignanese Vittorio Pedote (poi divenuto luminare della ginecologia), si lascia crescere i baffi. In questo periodo inizia ad esibirsi come suonatore di fisarmonica in feste di paese, improvvisando anche canzoni in finto inglese.

La vita di paese gli va stretta, e decide perciò di trasferirsi prima a Torino, poi si sposta a Roma, dove i primi tempi alloggia presso il convento dei frati camaldolesi al Celio; si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia, alla scuola per attori, riuscendo anche a vincere una borsa di studio da cinquantamila lire al mese. Qui conosce una giovane aspirante attrice siciliana, Franca Gandolfi, che diventerà poi sua moglie il 26 giugno 1955. La sera inizia ad esibirsi al Circolo Artistico di via Margutta, con un repertorio di canzoni in dialetto brindisino di sua composizione (come Musciu niuru, gatto nero, e Sciccareddu 'mbriacu, asinello ubriaco) e di brani popolari.

La sua prima comparsa la effettua nel 1949 nel film I pompieri di Viggiù; nel 1951 appare in Filumena Marturano.

Nel 1952 è attore giovane in teatro ne Il borghese gentiluomo di Molière (Compagnia Tatiana Pavlova) e prende parte ai film Anni facili di Luigi Zampa (1953) e all'episodio La giara con Turi Pandolfini e Franca Gandolfi, del film di Giorgio Pàstina Questa è la vita (1954). Ottenuto l'attestato del Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1953, continua a fare la comparsa in alcuni film: il suo sogno è recitare, anche se continua ad esibirsi come musicista.

Nel film Carica eroica di Francesco De Robertis, dovendo interpretare il ruolo di un soldato siciliano che deve far dormire un bambino, Modugno canta una canzone popolare di San Pietro Vernotico, Ninna nanna. Proprio questo brano gli apre le porte della radio, poiché viene chiamato alla trasmissione Trampolino per presentarla; l'esibizione è apprezzata dal direttore del secondo canale, Fulvio Palmieri, il quale gli propone di ideare e condurre una trasmissione musicale in quattro puntate.

Modugno coinvolge la Gandolfi e così, all'inizio del 1953, conduce Amuri...amuri..., trasmesso dal secondo canale radiofonico alle 22, in cui esegue una canzone in ogni puntata, proponendo brani che inciderà in seguito, come La cicoria o La barchetta dell'amore.

Nasce in quei giorni la leggenda del Modugno siciliano: infatti molti scambiano il dialetto brindisino di questa e di altre canzoni come siculo, ed il cantautore, almeno in quel periodo, non smentisce, attirandosi l'astio dei compaesani di Polignano a mare per aver sentito lo stesso Modugno dichiarare di essere siciliano (lui lo affermò perché costretto dai dirigenti Rai).

Nel maggio 1953 Frank Sinatra è ospite di una puntata di Radioscrigno, programma radiofonico condotto da Guido Notari, durante il quale Modugno esegue Ninna nanna, canzone che viene molto apprezzata da Sinatra, che chiede una registrazione della canzone.

Sinatra poi non incise quella canzone, ma a Modugno servì per raccogliere l'interesse dei dirigenti radiofonici della Tv di Stato. L'ultima apparizione cinematografica prima del successo nel mondo della musica fu nel 1955 ne Il Mantello Rosso di Giuseppe Maria Scotese; continua tuttavia a recitare anche successivamente.

Alla fine del 1953 Modugno ottiene un contratto discografico con l'RCA Italiana, per cui inizia a pubblicare i primi dischi a 78 e a 45 giri, con canzoni composte in dialetto pugliese e siciliano.

Per questi primi brani si ispira al folklore di queste due regioni evidenziando un particolare amore per gli animali: minatori, pescatori, storie d'amore di pesci spada innamorati, fedeli fino alla morte nel massacro della tonnara, di cavalli diventati ciechi e spinti a morire nel gran sole rovente dopo il buio delle miniere.

Il primo disco pubblicato nel 1954 è un 78 giri: La cicoria/Ninna nanna (la prima cantata con la Gandolfi); entrambi i brani erano stati presentati nella trasmissione condotta da Walter Chiari "Controcorrente".

I genitori si separano in quello stesso anno, poiché il padre era da tempo di fatto legato ad un'altra persona: la madre abbandona la Puglia e viene a Roma con il fratello Vito Antonio, il quale inizia a fargli da manager; l'altro fratello Giannino resta a San Pietro Vernotico lavorando come carrozziere (morirà nel 2000; a San Pietro Vernotico e Polignano risiedono ancora i nipoti del cantautore), mentre il padre si suiciderà nel 1960, sparandosi quando gli viene diagnosticato un male incurabile.

In questo periodo Domenico Modugno pubblica altri dischi per la RCA con brani che verranno riscoperti in seguito, come La donna riccia, La sveglietta, Lu pisci spada e Vecchio frack, una delle due canzoni in italiano di questo periodo e forse la sua canzone più riuscita (anche se quando viene incisa nel 1955 passa inosservata). Vecchio frack gli procura il primo problema con la censura: infatti il verso «Ad un attimo d'amore, che mai più ritornerà» gli viene fatto cambiare in «Ad un abito da sposa, primo ed ultimo suo amor» in quanto all'epoca parole che alludevano a contatti fisici erano considerate immorali.

Come lo stesso Modugno ha raccontato più volte, questa canzone è ispirata alla vicenda del principe Raimondo Lanza di Trabia (marito dell'attrice Olga Villi) che si era suicidato nel novembre del 1954, all'età di trent'anni, gettandosi dalla finestra del suo palazzo in via Sistina a Roma.

Racconta peraltro un amico fraterno di Modugno, il poeta e scrittore Giovanni Bruno, che la canzone ebbe anche una seconda fonte di ispirazione in un racconto di spettri che la madre fece al cantante quando era bambino: la leggenda di un fantasma che usciva di notte dagli spalti del Castello di Conversano (prov. di Bari), e vagava per la città.

In quel periodo vengono pubblicati i primi LP: l'album di debutto è I successi di Domenico Modugno I uscito nel 1955, che include alcuni brani già editi come 78 giri, seguito da I successi di Domenico Modugno II.

Spesso le canzoni di questo periodo si rifanno alla tradizione popolare e dei cantastorie, che furono del resto la sua prima esperienza musicale, come egli stesso ha dichiarato: «Una notte, quando avevo tre anni, a Polignano a mare, fui svegliato da un suono bellissimo, che solo in seguito decifrai come il canto di un carrettiere: fu la mia prima esperienza musicale, quella per me fu la "musica" per molto tempo. Per questo ho iniziato a cantare con quelle canzoni: il cantastorie stava dentro di me, non era una scelta precisa».

Alcune di queste prime canzoni sono depositate alla Siae avendo altri autori come cofirmatari della musica (ad esempio Romagnoli per La donna riccia o Franco Nebbia per La sveglietta), ed il motivo lo ha spiegato lo stesso Modugno in seguito: «Per le mie primissime composizioni dovevo ricorrere alla firma di persone già iscritte alla Siae come trascrittori, non potevo farlo io per via dei requisiti della legge vigente: io non sapevo scrivere la musica e suonavo vari strumenti ad orecchio. Ero insomma un "melodista", come venivano definiti coloro che si trovavano nelle mie condizioni. Per depositare "La donna riccia" alla Siae, quindi, dovetti appoggiarmi a Romagnoli, che pur non avendo scritto nemmeno una nota incominciò in questa maniera ad intascare i diritti d'autore. Molto presto riuscii a modificare la situazione: si riunì appositamente per me una commissione che, dopo aver esaminato il caso, decise che il signor Modugno poteva tranquillamente depositare le sue opere pur non sapendo scrivere la musica.»

Nel 1956, con il cambio di casa discografica ed il passaggio alla Fonit Cetra, riesce a debuttare come autore al Festival di Sanremo, la sua Musetto, già incisa in precedenza dall'autore, viene infatti presentata alla manifestazione da Gianni Marzocchi e si classifica all'ottavo posto. Dello stesso anno è Io, mammeta e tu, che contribuisce a far circolare il nome del cantautore. Sempre in quello stesso anno decide di fare alcune tournèè in Francia traducendo alcune sue canzoni come Vecchio Frack o Io, mammeta e tu in francese, anche se i francesi non le apprezzarono molto.

Nello stesso tempo escono altri 33 giri come Domenico Modugno e la sua chitarra - Un poeta un pittore un musicista e Domenico Modugno e la sua chitarra n° 2 - Un poeta un pittore un musicista che raccolgono anche reincisioni di vecchie canzoni. Sempre in quel periodo comincia a scrivere canzoni in napoletano con testi scritti da un amico conosciuto al Centro Sperimentale di Cinematografia: Riccardo Pazzaglia.

Nel 1957 partecipa al Festival di Napoli in coppia con Aurelio Fierro, con Lazzarella, scritta insieme a Pazzaglia, che riscuote un buon successo come del resto la canzone inserita sul retro del disco, Strada 'nfosa, che gli viene ispirata da un venditore ambulante parigino in una giornata di pioggia; mentre il brano sul lato A è spensierato ed allegro, quest'ultima canzone (che racconta la fine di un amore) ha una melodia triste ed accorata.

Alla fine dell'anno Modugno ha un altro problema con la censura: infatti alcuni versi del testo della sua Resta cu' mme vengono giudicati scandalosi, ed il cantautore deve così cambiare «Nu' me 'mporta dô passato, nu' me 'mporta 'e chi t'ha avuto» in «Nu' me 'mporta si 'o passato, sulo lagreme m'ha dato» ma, a parte questa disavventura, l'anno è stato positivo, ed ha preparato il terreno per l'esplosione del 1958.

Diviene uno dei protagonisti della musica leggera italiana ed internazionale quando, con Nel blu dipinto di blu, trionfa al Festival di Sanremo del 1958 insieme a Johnny Dorelli.

Il testo di questa canzone fu scritto insieme a Franco Migliacci, con il quale cooperò in molti momenti della carriera, giungendo ad altri risultati di successo come Addio... addio....

I racconti sulla nascita del testo da parte degli autori sono contrastanti e variano a seconda della ricostruzione del momento: Gianni Borgna li ha raccolti, e così si scopre che i primi tempi Modugno sosteneva che l'idea del ritornello Volare, oh oh gli era venuta una mattina osservando il cielo azzurro dalla finestra della sua casa di piazza Consalvo a Roma, mentre Migliacci invece affermava che l'idea era venuta a lui, osservando il quadro Le coq rouge di Marc Chagall, e che solo in seguito ne aveva parlato al cantautore pugliese.

In seguito, poi, Modugno affermò che, trovandosi a passeggiare nei pressi di Ponte Milvio, uno dei due avrebbe pronunciato il verso «Di blu m'ero dipinto» e da lì si sarebbe poi sviluppato il resto del testo.

Ultimamente, però, Migliacci ha cambiato versione, sostenendo che la canzone sia nata dopo un incubo notturno, la storia era questa, Migliacci una giornata sarebbe dovuto andare al mare con Modugno, ma quest'ultimo non veniva a prenderlo. Allora Migliacci disse addio alla giornata del mare, si richiude in casa, un po' per il caldo si addormenta, sognando lui che vola nel cielo e si dipinge di blu è evidente che è quasi impossibile capire quale sia la verità sulla nascita del testo, ma sulla musica, scritta dal solo Modugno, tutti sono d'accordo nel riconoscerne la carica innovativa e di novità, almeno col senno di poi, visto che, subito dopo l'esibizione sanremese alcuni musicisti non esitarono a criticarne la melodia (Gorni Kramer, ad esempio, affermò: «Ma che pazzia è questa canzone? Non ha stile, non esiste!»).

In generale, però i pareri dei critici musicali sono unanimi: <<Quella di Modugno è senza dubbio la canzone più nuova, più originale e più estrosa di questo Festival: estrosa nella musica, dove la caratteristica vera e propria è data dalla frase iniziale del refrain, ed estrosa nel soggetto>>; <<La vittoria di Modugno può significare finalmente una rottura di quel clima di artificio nel quale naviga, grazie agli interessi delle case discografiche ed editrici, ed alla scarsa preparazione di buona parte di autori e cantanti, la canzone italiana: Modugno ha dimostrato che una bella canzone, cantata bene, può essere apprezzata dal pubblico, ed ha dimostrato che due cantanti seri e preparati come lui e il giovane Johnny Dorelli hanno la possibilità di imporsi sui "divi" costruiti e artificiosi, dai milioni in banca e dalle lacrime nel fazzoletto>>.

La fortuna della canzone è dovuta, comunque, anche ad altri aspetti, non solo al testo o alla melodia: in particolare è da citare l'arrangiamento, opera di Alberto Semprini, e l'interpretazione di Modugno che, durante l'esibizione a Sanremo, accompagna con la mimica la sua voce per arrivare, nel celebre ritornello, ad una liberatoria apertura delle braccia.

Dopo Sanremo, la canzone arrivò terza all'Eurofestival e vinse nel 1958 tre Premi Grammy (fu per molti anni l'unico a vincere un tal premio per una canzone italiana), uno come disco dell'anno, uno come canzone dell'anno ed uno come miglior interprete del 1958.

Anche il Cash Box Bilboard gli conferì l'Oscar per la migliore canzone dell'anno e ricevette in dono dalle industrie musicali tre dischi d'oro, uno per il migliore cantante, uno per la migliore canzone e uno per il disco più venduto.

Ecco come il cantante racconta la nascita del suo successo negli Stati Uniti:

«In una stazione radio del Michigan o dell'Indiana, chi si ricorda, arrivò un signore con il disco mio e lo mandò in onda: il giorno dopo si ebbero duemila telefonate di gente che voleva risentirlo. Lo rimandò in onda: il giorno appresso altre duemila telefonate. L'exploit di Volare nacque così.».

Si esibisce all'Ed Sullivan Show, il programma televisivo più popolare degli Stati Uniti, e poi comincia un lungo tour che tocca, tra le tante città, Boston, Buffalo, Los Angeles e New York dove, il 18 settembre, suona alla Carnegie Hall: è proprio durante la tournée che la moglie dà alla luce con qualche settimana di anticipo il suo primogenito, ma Modugno non può ritornare in Italia a causa delle forti penali previste nel contratto (ben 100.000 dollari di danni).

È in questo periodo che gli americani lo soprannominano Mr. Volare, ed anche la sua canzone diventa nota con questo titolo, il 45 giri rimane primo nell'hit parade americana per ben tredici settimane consecutive, record tuttora ineguagliato per un disco italiano.

L'eco di questi successi arriva anche in Italia: L'espresso nell'agosto del 1958 può così scrivere nei titoli in copertina: Modugno ha conquistato l'America; ed a fine anno i dati di vendita sono esaltanti, battendo ogni record per un disco italiano fino a quel momento: ben 800.000 copie in Italia e oltre 22 milioni nel mondo.

Secondo i dati riportati dalla Siae, Nel blu dipinto di blu è stata la canzone italiana più eseguita al mondo dal 1958 ad oggi.

Modugno ha attraversato l'atlantico circa 60 volte, tutti gli stati del nord e sud America lo hanno sentito dalla viva voce, a Caracas durante uno spettacolo si tenne la massima presenza di 121.000 persone. Nel 2008, a cinquant'anni dalla presentazione di Volare, gli è stato dedicato un francobollo celebrativo presentato dal Comune di Sanremo e dal Comune di Polignano a mare. Polignano a mare ha avviato le "Celebrazioni Ufficiali per i 50 anni di Volare" che vedranno numerosi artisti rendere omaggio a Mr. Volare. È in preparazione anche una STATUA in bronzo di 3 metri (autore lo scultore argentino Hermann Mejer) con Modugno nel celebre gesto delle braccia aperte.

Il 1958 è per il cantautore un anno frenetico: passa dal piccolo successo italiano alla grande popolarità internazionale, con tournée negli Stati Uniti ed in America Latina, incisioni discografiche estere, apparizioni in vari programmi televisivi.

Tornato in Italia, cerca di coinvolgere Migliacci nella scrittura di una nuova canzone: mentre era in attesa che il suo treno partisse, alla stazione di Pittsburgh, in Pennsylvania, in un giorno di pioggia, osservando l'addio di due fidanzati sotto la pioggia, si era annotato questi versi: «Ciao ciao bambina, un bacio ancora / e poi per sempre ti perderò; / vorrei trovare parole nuove / ma piove, piove sul nostro amor».

Poiché il paroliere non è interessato, Modugno coinvolge Dino Verde, con cui ha già collaborato nella scrittura di Resta cu' mme, e compone una musica che per certi versi ripete lo schema di Nel blu dipinto di blu: un'introduzione lenta (accompagnata dall'organo hammond, suonato da Mario Migliardi), che poi si apre con un ritornello arioso.
E vi è un'altra cosa che accomuna i due brani: il primo è conosciuto nel mondo con la parola del ritornello, Volare, e non con il suo titolo, e lo stesso accade con il secondo, Piove, molto più conosciuto come Ciao ciao bambina.

Ed anche questa canzone ripete il trionfo della precedente, vincendo il Festival di Sanremo 1959 e diventando una delle canzoni più note del cantautore (incisa anche da Caterina Valente, Xavier Cugat, Franck Pourcel, Fred Buscaglione e molti altri), anche se le vendite complessive non raggiungono quelle di Nel blu dipinto di blu: 500.000 copie in Italia e quasi 15 milioni nel mondo.

Molti anni dopo verrà anche citata da Carmen Consoli nella sua L'ultimo bacio, segno della sua intramontabilità.

Modugno ha partecipato a 11 Festival di Sanremo vincendo quattro volte (record che detiene assieme a Claudio Villa): come già ricordato, nel 1958 con Nel blu dipinto di blu, nel 1959 con Piove sempre in coppia con Johnny Dorelli, nel 1962 in coppia con Claudio Villa con Addio... addio... e nel 1966 con Dio, come ti amo assieme a Gigliola Cinquetti.

Nel 1960 si è classificato secondo assieme a Teddy Reno con Libero (che fu comunque un buon successo di vendita).

Al 1968 risale l'episodio dell'eliminazione di Meraviglioso da parte della giuria selezionatrice:

«Meraviglioso non fu capita immediatamente, e Renzo Arbore lo ha riconosciuto di recente in una trasmissione televisiva confessando che anche lui si adoperò nella giuria dell'epoca perché la canzone venisse scartata, in quanto non adatta al Festival di Sanremo. Lo stesso Arbore l'ha poi indicata come la sua canzone preferita attuale.»

Modugno quell'anno partecipò cantando una canzone non sua, Il posto mio, scritta da Tony Renis, che non ebbe grandi riscontri commerciali:

«Il posto mio, secondo disco con la RCA, è il frutto di un errore di valutazione. Non che la canzone fosse brutta, anzi, però non era adatta al mio personaggio così come veniva percepito dalla gente. Mi feci convincere da quell'impastoiavacche che è Tony Renis, e così fummo buttati fuori tutti e due alla prima serata. Forse è il caso di ricordare che un altro errore fu commesso da Renis stesso nella scelta dell'arrangiamento. Ennio Morricone ne aveva approntato uno veramente bello, ma Renis non era troppo sosddisfatto e chiedeva sempre dei cambiamenti fin quando, in extremis, fu scelto quello del maestro Franco Pisano.»

Ha partecipato a tre edizioni dell'Eurofestival (1958, 1959 e 1966, cantante italiano più presente) classificandosi, con le stesse canzoni portate a Sanremo, rispettivamente terzo, sesto e diciassettesimo (ultimo). Nel 1964 ha vinto il Festival di Napoli con Ornella Vanoni con la canzone Tu si' 'na cosa grande, anche questa considerata uno dei suoi classici.

Inoltre ha partecipato a molte edizioni di Canzonissima, senza però aggiudicarsi la vittoria. Nel 1974 vinse la prima edizione del Premio Tenco, la rassegna della canzone d'autore di Sanremo.

Nel 1961 dopo qualche mese di inattività dovuto ad una frattura della gamba avuta durante le prove in teatro, debuttò come protagonista nella commedia musicale Rinaldo in campo di Garinei e Giovannini, di cui compose anche tutte le musiche e che fu definito: "Il più grosso successo teatrale di tutti i tempi avvenuto in Italia", registrando record d'incassi mai raggiunti in questo campo.

Lo spettacolo, il cui debutto avviene al teatro Alfieri di Torino il 12 settembre 1961, è entrato nella storia del teatro italiano: nato per celebrare i cent'anni dell'Unità nazionale (per questo motivo venne scelta Torino per il debutto), racconta le vicende del brigante siciliano Rinaldo Dragonera, una sorta di Robin Hood che ruba ai ricchi per aiutare i diseredati, di cui si innamora Angelica (interpretata da Delia Scala), una nobildonna siciliana che sostiene la causa di Garibaldi, e che alla fine lo convincerà ad unirsi ai garibaldini per liberare la Sicilia dai Borboni; il braccio destro di Rinaldo, Chiericuzzu, è interpretato da Paolo Panelli (che, pur essendo un comico, dà una grandissima prova di attore anche drammatico nel momento della morte del suo personaggio).

Modugno compone anche le musiche dello spettacolo, pubblicate nell'album omonimo, in cui, oltre a Delia Scala, cantano gli altri componenti del cast, come i comici siciliani Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, chiamati da Garinei e Giovannini su suggerimento dello stesso Modugno.

Rinaldo in campo viene anche trasmessa dalla televisione, e la regia è curata da Carla Ragionieri: questa versione è stata pubblicata in DVD nel 2007 dalla Fabbri editore (tra gli extra presenti un'interessante intervista alla Gandolfi), nel 1988, infine, è stata riproposta in teatro, con Massimo Ranieri nella parte di Dragonera.

Il successo italiano porta la commedia (e con essa le belle musiche di Modugno) in tutto il mondo: in Francia viene rappresentata per settimane al Théatre des Nations di Parigi, e persino in Unione Sovietica viene rappresentata tradotta e con il titolo cambiato in Rinaldo Rinaldini; Modugno, però, non partecipa alle rappresentazioni all'estero, perché occupato in altri progetti.

Come attore teatrale recitò anche in molti altri spettacoli, tra cui ricordiamo Tommaso d'Amalfi di Eduardo De Filippo, per cui Modugno scrisse anche le musiche: le canzoni, con i testi scritti da Eduardo de Filippo, non furono pubblicate però in un album, ma uscirono nel corso degli anni in varie emissioni. Recitò anche (insieme a Silvano Spadaccino) in Liolà, tratta dalla celebre opera di Luigi Pirandello, componendo anche alcune musiche per lo spettacolo rimaste però inedite dal punto di vista discografico.

Nel 1969 aveva invece recitato insieme a Mimmo Craig, Paola Quattrini ed Enrica Bonaccorti nella commedia musicale Mi è caduta un ragazza nel piatto.

Il 1971 avrebbe dovuto essere l'anno di Alleluja brava gente, nuovamente in collaborazione con Garinei e Giovannini, di cui Modugno scrive tutte le musiche: deve interpretare la parte di Ademar ma, a causa ufficialmente di problemi di salute, il cantautore dà forfait, ed è sostituito con successo da Gigi Proietti; in realtà pare che all'origine dell'abbandono di Modugno ci siano dei contrasti sorti con il coprotagonista dello spettacolo, Renato Rascel.

Soltanto molti anni dopo Modugno confermerà quelli che, fino a quel momento, erano stati solo dei pettegolezzi dell'ambiente dello spettacolo:

«Alla base della decisione ci fu una litigata con Rascel, che era il direttore artistico. Lui si era ritenuto offeso per le difficoltà incontrate dalla moglie nell'interpretazione di una canzone semplicissima che io avevo scritto per lei. I pettegolezzi del direttore d'orchestra, che si era dato da fare per riferire a me e Rascel le rispettive reazioni avevano acuito il contrasto, così io ritenni di non poter incominciare un'avventura che sarebbe dovuta durare due anni» .

Il cantautore inciderà una sola canzone di Alleluia brava gente, Amaro fiore mio.

Dal 1973 al 1976 fu Mackie Messer ne L'Opera da tre soldi di Bertolt Brecht e Kurt Weill, diretta da Giorgio Strehler.

Per il cinema realizzò come autore-attore il film autobiografico Tutto è musica (1963).

Per la televisione recitò nel 1965 nello sceneggiato Scaramouche di Daniele D'Anza, insieme a Carla Gravina, la sigla di questo telefilm, L'avventura, divenne una delle sue canzoni più celebri.

Collaborò anche con i poeti Salvatore Quasimodo, che dopo averlo conosciuto gli diede l'autorizzazione per mettere in musica le sue due poesie Ora che sale il giorno e Le morte chitarre, e Pierpaolo Pasolini, che scrisse il testo della canzone Che cosa sono le nuvole.

Ecco come Modugno racconta l'esperienza con Quasimodo:

«Quando gli chiesero il permesso per questa operazione, lui rispose che non lo aveva mai concesso a nessuno, ma che per Modugno non ci sarebbero stati problemi. Poi ci siamo incontrati e conosciuti a casa sua: era una persona molto strana, chiusa, vulnerabile, che ispirava tenerezza».

Con Pasolini Modugno ebbe anche altri rapporti professionali, in quanto il cantautore venne chiamato nel 1966 dal poeta e regista per cantare i titoli di testa del film Uccellacci e uccellini, su musica di Ennio Morricone; l'anno successivo reciterà nel film Capriccio all'italiana (nell'episodio Che cosa sono le nuvole), con Totò, Ninetto Davoli, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, interpretando la canzone omonima (il film uscirà nelle sale nel 1968, dopo la scomparsa del grande attore napoletano):

«Il mio incontro con Pasolini fu bello. In un primo tempo voleva utilizzarmi per un'opera che doveva rappresentare alla Piccola Scala di Milano, cosa che poi non fece. Recitai invece nell'episodio Cosa sono le nuvole, e dal titolo del film nacque anche una canzone, che scrivemmo insieme. È una canzone strana: mi ricordo che Pasolini realizzò il testo estrapolando una serie di parole o piccole frasi dell'Otello di Shakespeare e poi unificando il tutto».

Modugno infine fu molto amico di Eugenio Montale, con cui però non ebbe collaborazioni professionali.

Dopo il periodo trascorso alla Fonit passò alla Curci nel 1964: i dischi di questo periodo però, esclusa qualche eccezione come L'avventura o Dio, come ti amo non ebbero un grande riscontro di pubblico.

Nel 1968 ritornò alla RCA Italiana, la casa in cui aveva esordito, ma anche qui i nuovi dischi ebbero all'inizio scarso seguito: la situazione iniziò a cambiare con l'incisione di Come hai fatto, nel 1969, che segnò il suo ritorno in hit parade.

Come ha raccontato Modugno, Come hai fatto era nata in origine appunto in dialetto partenopeo:

«Dopo tre anni di crisi, in cui non riuscivo più a comporre, ho scritto Come hai fatto, che era nata però napoletana, Ma cumm' ha fatto. Soltanto che mi hanno costretto a trascriverla in italiano, ma è il dialetto la vera lingua di noi.»

Con Ricordando con tenerezza partecipa nello stesso anno alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia: il bel brano racconta lo struggente addio alla propria madre di un giovane emigrante, ed il ritorno, anni dopo, alla casa natia, quando ormai la madre non c'è più, e vende discretamente.

Il successo viene confermato l'anno successivo da La lontananza, che arrivò fino al primo posto delle classifiche di vendita; il testo di questa canzone fu scirtto insieme ad Enrica Bonaccorti, che il cantautore aveva conosciuto l'anno precedente durante l'allestimento dello spettacolo teatrale Mi è caduta una ragazza nel piatto:

«"La lontananza" esprime secondo me un grande sentimento d'amore, e possiede in sé una grande idea. il vento che spegne tutti i fuochi piccoli e accende quelli grandi. L'idea non è mia, ma io la afferrai al volo quando la Bonaccorti mi lesse una lettera che le aveva scritto il suo ragazzo: la sviluppai e nacque la canzone.»

Entrano in classifica anche La gabbia (sempre nel 1970), Come stai e Tuta blu (nel 1971) e Un calcio alla città (nel 1972).

Proprio a questo periodo risalgono album come Con l'affetto della memoria e Il mio cavallo bianco (che contiene una delle sue canzoni più belle, Cavallo bianco, canzone basata sulla chitarra con un testo metaforico sulla morte) ed una famosa raccolta in sei dischi, Tutto Modugno del 1972, con alcuni inediti e reincisioni di vecchi brani.

Nel 1974 divorziò nuovamente dal questa etichetta e tornò alla Curci, nel frattempo trasformata in Carosello, con cui incise 11 singoli e 3 album; alcuni successi di questo periodo, come Piange...il telefono cover di una canzone francese di Claude François) e Il maestro di violino (la cui musica è scritta dal maestro Pippo Caruso), vengono attaccati da molti critici e considerati una concessione agli effetti facili e strappalacrime (anche i due film ispirati alle canzoni subiranno le stesse critiche).

Nel 1976 pubblicherà però una delle sue canzoni più celebri, Malarazza, ispirata ad un canto popolare siciliano rielaborato insieme alla cantautrice siciliana Emma Muzzi Loffredo, che verrà rieseguito anche da molti altri artisti: Roy Paci & Aretuska. Carmen Consoli, Ginevra Di Marco e i Lautari.

Famoso nel 1977 il suo concerto a Viareggio davanti a più di 5.000 spettatori, da cui verrà tratto l'album Dal vivo alla Bussoladomani.

Nel 1978 Modugno torna a teatro con lo spettacolo musicale Cyrano, per la regia di Daniele D'Anza, insieme a Catherine Spaak (che interpreta Rossana, ed è sostituita poi da Alida Chelli per degli impegni dell'attrice belga): le canzoni, molto belle, vengono racchiuse nell'album omonimo, Cyrano, che però non riscuote molto successo, ed è l'ultimo inciso per la Carosello.

Dallo spettacolo viene comunque tratto anche uno sceneggiato televisivo (con la Spaak), sempre con la regia di D'Anza.

A questo periodo, nel 1981, risale un episodio in cui Modugno è coinvolto nelle vicende politiche di un'altra nazione: infatti viene ingaggiato dalla televisione di stato cilena per partecipare al programma Vamos A Ver (programma al quale partecipò anche Lucia Bosè); il contratto inoltre include la partecipazione di sette suoi accompagnatori, ma proprio mentre si accinge a prendere l'aereo a Roma, è avvisato telefonicamente da Santiago, da parte dell'impresario Edgardo Marcel, di sospendere il viaggio perché le autorità di Santiago non gli consentono di entrare in Cile.

Il divieto è dovuto alle dichiarazioni di carattere negativo che lo stesso Modugno fece in precedenza sulla situazione politica cilena e sulla dittatura di Augusto Pinochet; l'artista in seguito darà istruzioni al suo legale per far causa alla televisione cilena.

Nel 1983 passa alla Panarecord: questo sodalizio, però, non durerà molto, a causa dei problemi di salute che lo colpiranno in breve tempo.

Domenico Modugno fu colpito da un ictus nel marzo del 1984 durante le prove della trasmissione di Canale 5 La Luna del Pozzo, che veniva registrata a Roma negli studi televisivi De Paolis sulla via Tiburtina. Il medico di servizio non si accorse della gravità delle sue condizioni, e gli disse di prendere un'aspirina e tornare a casa. Nella notte le sue condizioni si aggravarono e venne ricoverato d'urgenza in ospedale, dove nonostante le cure a cui fu sottoposto rimase con un lato del corpo paralizzato e con difficoltà ad articolare la parola, cosa che lo costrinse a lasciare l'attività artistica.

A seguito di questo episodio Modugno citò in giudizio la Mediaset, ma scoraggiato dai tempi lunghi con cui si svolgeva la causa in tribunale accettò di concludere un accordo extragiudiziale in cui riceveva 500 milioni di lire a titolo di risarcimento danni in cambio del ritiro della querela.

Già molto tempo prima di questo incidente Domenico Modugno aveva dato prova del suo impegno sociale, simpatizzando apertamente per le campagne progressiste del Partito Socialista Italiano, al quale aveva donato i diritti d'autore della canzone L'anniversario, composta nel 1973 in occasione della campagna per il referendum sull'abrogazione della legge Fortuna - Baslini che nel 1971 aveva introdotto il divorzio nella legislazione italiana.

Nel 1986, impressionato dall'attività a favore dei disabili del Fronte Radicale Invalidi iniziò ad interessarsi alle iniziative del Partito Radicale, per il quale fu candidato alle elezioni politiche del 1987, venendo eletto alla Camera tra i deputati della X legislatura, dalla quale si dimise il 18 aprile del 1990 in ossequio allo statuto del partito. In seguito alle dimissioni dal Senato di Gianfranco Spadaccia gli subentra nel suo seggio a Palazzo Madama, dove siederà fino al termine della legislatura. Durante la sua permanenza in Parlamento, Modugno si impegnò a fondo sui temi dei diritti delle persone disabili e sulle norme a tutela degli artisti.

Domenico Modugno fece poi una vera e propria battaglia per l'ospedale psichiatrico di Agrigento, in cui i malati vivevano in condizioni disumane, riuscendo nel 1988 a far chiudere l'ospedale, e dedicando ai ricoverati un concerto che fu il primo tenuto dopo la malattia.

Nel 1990 fu eletto, sempre ad Agrigento, consigliere comunale.

Nel 1991 tenne un concerto alle Terme di Caracalla e, appoggiandosi ad un bastone, cantò le sue canzoni più famose: sul palcoscenico i segni della malattia scomparvero.

Poco tempo dopo cantò a Torino, in un concerto gratuito in piazza San Carlo, gremita di persone, restando seduto per buona parte dell'esibizione ed alzandosi in piedi nei bis: la voce era comunque ritornata ferma e convincente, e l'appoggio del pubblico gli fece capire di essere ancora molto amato, al punto che il cantante si commosse per l'accoglienza ricevuta.

Sempre in quegli anni ritornò per l'ultima volta negli Stati Uniti dove fece altre tournée.

Il 26 agosto 1993 tenne a Polignano a Mare, sua città d'origine, l'ultimo grande concerto della carriera, alla presenza di 70.000 persone in occasione della "riappacificazione con i polignanesi" per essersi sempre dichiarato siciliano. La manifestazione dei tre giorni chiamata Modugno torna a casa, ideata e diretta dal regista Gianni Torres, vide Mr. Volare sfilare lungo la costa di Polignano a bordo di una barca (come si fa il 15 giugno di ogni anno per San Vito, patrono locale), alla testa di tante altre piccole barchette, attraversare il paese baciando bambini e stringendo mani a bordo della famosa Lancia Aurelia del film "Il sorpasso" di Dino Risi, e per terminare, il concerto nel quale dichiarò davanti a tutti: Chiedo scusa, ma per la fame avrei anche detto di essere giapponese!. Si trattò del più importante evento nazional-popolare del 1993 e Domenico Modugno, un po' appartatosi per via della malattia, tornò sulla scena da leone, proprio ripartendo dal suo paese natale come accadde tanti anni prima. Nel 1993 incise la sua ultima canzone intitolata Delfini (Sai che c'è) con suo figlio Massimo Modugno, anch'esso divenuto cantante.

Morì il 6 agosto 1994 a Lampedusa nella sua casa sul mare stroncato da un infarto. Oggi riposa al cimitero flaminio di Roma.

Un critico disse: Modugno ha voluto morire da vero meridionale, sotto il sole d'estate, vicino al mare, di blu in blu, dopo aver beffato la morte per un decennio.

Delle sue canzoni più celebri vengono di continuo eseguite delle cover e tante raccolte si trovano sul mercato, sia in Italia che all'estero.

Nell'estate del 1995, a Polignano a Mare, si è tenuto il primo grande omaggio ad un anno dalla scomparsa. La manifestazione, ideata e diretta da Gianni Torres, aveva per titolo VOLARE INSIEME - Napoli rende omaggio a Modugno e si caratterizzava perché per la prima volta nella storia, una folta rappresentanza di artisti napoletani si spostava altrove per rendere omaggio ad un artista. Partecipò Riccardo Pazzaglia, Roberto Murolo, Nuova Compagnia di Canto Popolare, Enzo Gragnaniello, James Senese, Irene Fargo ed altri.

Il Presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro inviò all'organizzazione un pubblico telegramma per esprimere soddisfazione e rallegramenti per l'iniziativa.

Negli anni 2000 si assiste ad una vera e propria riscoperta dell'attualità dell'artista Modugno.

Spiccano Mina e Roberto Murolo: Mina ha pubblicato nel 2001 un album di nome Sconcerto, contenente cover di 11 canzoni di successo di Domenico Modugno con arrangiamenti propri.

Roberto Murolo ha pubblicato nell'anno 2002 altresì un album interamente dedicato all'artista defunto. È intitolato Tu si' 'na cosa grande: Tributo e contiene 11 brani tutti in napoletano.

Nel 2004, Polignano a Mare lo ricorda a 10 anni dalla scomparsa. La manifestazione, sotto la direzione artistica di Rudi Assuntino e Gianni Torres, vide sfilare tanti amici e collaboratori di Mr. Volare: Franco Migliacci, Riccardo Pazzaglia, Gigliola Cinquetti, Maria Pia Fusco. Una mostra celebrativa, a cura di M. Carta, rievocò i grandi momenti artistici dell'artista pugliese. Gennaro Cannavacciuolo tenne uno spettacolo in una piazza gremita. Partners della manifestazione, la Cineteca Nazionale, Il Centro Sperimentale di Cinematografia, Rai Teche.

Nel 2006 i Radiodervish, cogliendone il respiro mediterraneo, impostano un suggestivo spettacolo con l'attore Giuseppe Battiston affrontando i temi delle migrazioni fisiche e spirituali. Lo spettacolo è raccolto in Amara Terra Mia (2006 - RadioFandango, distribuito Edel) e contiene due versioni inedite di 2 classici di Modugno, la registrazione live dello spettacolo con Giuseppe Battiston ed il video di "Amara Terra Mia" di Franco Battiato.

Nello stesso anno la Warner Music Italia pubblica un cd che raccoglie dodici versioni di Nel blu dipinto di blu, a partire dalle incisioni di Modugno e Dorelli per proseguire con Fred Buscaglione, Claudio Villa, Alberto Semprini, Natalino Otto ed altri artisti.

Mercoledì 14 novembre a Moncalieri debutta lo spettacolo Uomini in frac, in cui gli Avion Travel (in quest'occasione accompagnati da altri musicisti: Danilo Rea, Javier Girotto, Furio Di Castri, Gianluca Petrella e Cristiano Carcagnile) eseguono alcune canzoni del cantautore; lo spettacolo continuerà anche nel 2008 ed è stato allestito per festeggiare i cinquant'anni di Nel blu dipinto di blu.

Dando uno sguardo all'estero: il francese Karl Zéro ha incluso nel 2001 una sua versione di Io, mammeta e tu nel suo album Songs for cabriolets and otros tipos de vehiculos (cantata in napoletano ma con un esilarante accento francese).
Negli Stati Uniti questa versione di Io, mammeta e tu è stata inserita nella serie televisiva X Files, nell'episodio della nona stagione (2001- 2002) intitolato Improbable, su idea dello stesso Chris Carter.

Da ricordare infine la citazione che nel 1990 Fabrizio De André ha fatto del brano di Modugno O ccafè nella canzone Don Raffaè (contenuta nell'album Le nuvole), in cui nel ritornello Ah che bellu ccafè, sulo a Napule 'o sanno fà del cantautore pugliese diventa Ah che bellu ccafè, pure 'n carcere 'o sanno fà

 

Indice frasi

 

Tratto da: Domenico Modugno. Wikipedia, L'enciclopedia libera.