Friedrich Wilhelm Nietzsche

 

Friedrich Wilhelm Nietzsche  (Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900) è stato un filosofo e scrittore tedesco.

È stato uno dei maggiori filosofi ottocenteschi ed ebbe un'influenza articolata e controversa sul pensiero filosofico e politico del Novecento. Il pensiero di Nietzsche è uno spartiacque della filosofia contemporanea ed è oggetto di divergenti interpretazioni.

Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce a Röken, nei pressi di Lipsia in Germania, il 15 ottobre 1844, è il primogenito del pastore protestante Karl Ludwig, reazionario monarchico, già precettore alla corte di Altenburg, e di Franziska Oehler, figlia, come il marito, di un pastore. Nel 1846 e nel 1848 nascono altri due figli, Elisabeth e Joseph, che muore nel 1850.

Il 30 luglio 1849 muore il padre, già affetto da disturbi psichici e la famiglia si trasferisce l'anno dopo a Naumburg, dove Friedrich inizia gli studi di lettere classiche e religione. In famiglia apprende la musica e il canto, compone poesie, legge Goethe, Holderlin e Byron; nel 1858 inizia a frequentare il ginnasio di Pforta e due anni dopo, con gli amici Gustav Krug e Wilhelm Pinder fonda l'associazione Germania, con la quale si propone di sviluppare i suoi interessi letterari e musicali; per l'associazione scrive alcuni saggi, come Fato e volontà e Libertà della volontà e fato, visibilmente ispirati dalla lettura di "Fato" e altri saggi di Emerson, specie quelli inclusi in Conduct of Life (1860).

Conclusi gli studi secondari nel 1864, entra nell'Università di Bonn come studente di teologia e s'iscrive nella corporazione studentesca Franconia. Durante una gita a Colonia, avrebbe contratto – ma la notizia è incerta – la sifilide, alla quale si fa risalire l'origine della sua malattia mentale. Nel 1865 si iscrive all'Università di Lipsia, per continuare a seguire le lezioni di filologia classica di Friedrich Ritschl, già suo insegnante a Bonn. Studia Teognide e Suida, ma rimane più affascinato da Platone e soprattutto da Emerson e Schopenhauer, che influenzeranno tutta la sua produzione.

Conosce nel 1867 Erwin Rohde; approfondisce lo studio dell'opera di Diogene Laerzio, di Omero, Democrito e Kant, mentre un saggio su Teognide appare nella rivista Rheinisches Museum diretta da Reischl. Il 9 ottobre comincia il servizio militare nel reggimento di artiglieria a cavallo di stanza a Naumburg: nel marzo dell'anno successivo si infortuna seriamente cadendo da cavallo e a ottobre viene congedato. Tornato a Lipsia, l'Università lo premia per il suo saggio sulle fonti di Diogene Laerzio e lo assume come insegnante privato. L'8 novembre conosce in casa dell'orientalista Hermann Brockhaus Richard Wagner.

Il 13 febbraio 1869 ottiene la cattedra di lingua e letteratura greca dell'Università di Basilea grazie all'appoggio di Ritschl tenendovi, il 28 maggio, la profusione sul tema Omero e la filologia classica mentre l'Università di Lipsia gli concede la laurea sulla base delle sue pubblicazioni nel Rheinisches Museum; nella stessa Basilea conosce Jakob Burckhardt.

Dal 17 maggio aveva cominciato a frequentare, nella villa di Tribschen, Richard e Cosima Wagner, rimanendone fortemente colpito: "ciò che imparo laggiù, che vedo e ascolto e intendo, è indescrivibile. Schopenhauer, Goethe, Eschilo e Pindaro vivono ancora".

All'inizio del 1870, Nietzsche tiene a Basilea delle conferenze ("Il dramma musicale greco", "Socrate e la tragedia"), che anticipano il suo primo volume, "La nascita della tragedia" (1872). A Basilea stringe amicizia col professore di teologia Franz Overbeck, che gli rimarrà vicino fino alla morte e sarà grande estimatore delle sue opere, nonostante che la sua posizione accademica rendesse la cosa alquanto imbarazzante, considerate le vedute di Nietzsche in materia di religione.

Allo scoppio della guerra franco-prussiana (1870-1871) chiede di essere temporaneamente esonerato dall'insegnamento per partecipare come infermiere alla guerra, visto che la neutralità della Svizzera gli impedisce di arruolarsi in reparti combattenti. Dopo poche settimane al fronte si ammala di difterite, viene curato e congedato. Nel frattempo scrive "La visione dionisiaca del mondo" ed abbozza "La tragedia e gli spiriti liberi" ed un dramma intitolato "Empedocle", in cui vengono anticipati con molta chiarezza molti dei temi che verranno in seguito ripresi nelle opere della maturità.

Per motivi di salute, Nietzsche dovette abbandonare l'insegnamento e vivere spostandosi continuamente da luogo a luogo, in particolare sulla costa italiana a Genova e Rapallo, quella francese a Nizza, ed in alta Engadina a Sils Maria. Conobbe Lou Andreas Salomé nel 1882, alla quale propose il matrimonio, che ella rifiutò.

Nel 1888, con già molte pubblicazioni alle spalle, si trasferì a Torino, città che apprezzò particolarmente, e dove scriverà L'Anticristo, Il crepuscolo degli idoli ed Ecce Homo (pubblicato postumo).

È datata 3 gennaio 1889 la prima crisi di follia in pubblico: mentre si trovava in piazza Carlo Alberto, nel capoluogo piemontese, vedendo il cavallo adibito al traino di una carrozza fustigato a sangue dal cocchiere, abbracciò l'animale e pianse; in seguito si buttò a terra urlando ed in preda a spasmi.

Dalla crisi non si riprenderà più. Ricoverato prima in una clinica psichiatrica a Basilea, viene trasferito a Naumburg per essere invano curato dalla madre, prima, e dalla sorella Elisabeth Förster Nietzsche, poi. Trasferito nella casa di Weimar, dove la sorella ha fondato il Nietzsche-Archiv, vi muore il 25 agosto 1900. La natura della sua follia resta ancora un mistero. Nei frammenti di lucidità teorizzava l'autodistruzione della reputazione tramite una follia recitata come una forma di ascesi superiore. Alcuni studiosi, fra cui Paul Julius Moebius, hanno attribuito l'origine della follia alla sifilide(contratta durante un incontro sessuale con una prostituta): si sarebbe trattato, quindi, di una sorta di paralisi progressiva del sistema nervoso, ma altri, come ad es. Jaspers, hanno sottolineato che causa del collasso nervoso avrebbe potuto essere anche l'enorme tensione dovuta allo sforzo creativo e filosofico svolto negli anni precedenti.

La filosofia di Nietzsche parte dalla rivalutazione delle filosofie pre-socratiche, in particolare la filosofia di Eraclito, a sfavore del periodo classico, visto come affermazione della visione razionale e quindi decadente. La tragedia greca fu interpretata come massima espressione dello slancio vitale o "momento dionisiaco" che si contrapponeva a quello Apollineo. Proprio per questo vedeva Socrate come il padre di quella filosofia che degradava l'uomo in quanto tale a favore della conoscenza razionale: da qui le radicali critiche all'"intellettualismo etico" e alla logica. Altro grande nemico di Nietzsche fu Platone, considerato il fautore della metafisica, attraverso la sua affermazione di un mondo dietro il mondo. Da Platone egli traccia una linea rossa fino ad arrivare a Kant e all'idealismo tedesco. Tutta l'opera di Niezsche sarà la demolizione di ogni metafisica e la critica di ogni idealismo.

Nietzsche criticò, quindi, i valori fondamentali della società (filosofia, Cristianesimo e democrazia), giungendo alla negazione di qualsiasi principio trascendente e della stessa morale, così come di ogni concezione tradizionale, arrivando ad appellare la storia stessa come lungo processo di decadenza dell'uomo, come negazione della vita ed all'affermazione della libertà come destino dell'uomo. Destino che dovrà essere perseguito attraverso l'esercizio della volontà di potenza, e che condurrà l'uomo alla condizione di superuomo (l'uomo superato e non superiore).

Del pensiero dell'illustre pensatore si appropriò l'ideologia nazista, anche a causa delle false indicazioni naziste e razziali inserite dalla sorella Elisabeth, sposata con un antisemita, nel materiale inedito, dopo la morte del filosofo. La concezione nazista di superuomo è sì al di là del bene e del male ma che usa la violenza senza alcun valore etico contrariamente all'Oltreuomo di Nietzsche che crea dei valori nuovi.

Soprattutto Nietzsche sosteneva che chiunque poteva tentare di diventare un "superuomo" e non solo pochi individui come sosteneva il nazismo.

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Tratto da: Friedrich Wilhelm NietzscheWikipedia, L'enciclopedia libera.