Plutarco

Plutarco (in greco Πλούταρχος; Cheronea, ca. 46 – 127) è stato uno scrittore e filosofo greco.

Studiò ad Atene e fu fortemente influenzato dalla filosofia di Platone.

La nostra principale fonte riguardo la vita di questo autore è la sua opera stessa.

Plutarco nacque attorno al 46 d.C. a Cheronea in Beozia, si suppone da una famiglia ricca.

Il padre secondo alcuni è identificabile con uno degli interlocutori del De sollertia animalium, un certo Autobulo, secondo altri con un tale Nicarco; tuttavia il filologo Wilamowitz, e con lui la maggior parte degli studiosi, ritengono che ogni ipotesi sia completamente indimostrabile. Si suppone comunque che non avesse un buon rapporto con il figlio, il quale però più volte ne cita i consigli, e che non fosse molto colto.

Plutarco ricordava con stima invece il nonno paterno, un certo Lampria, e il bisnonno Nicarco.

Nel 60 si stabilì ad Atene dove conobbe e frequentò Ammonio, di cui divenne il più brillante discepolo. Studiò retorica, matematica e la filosofia platonica.

Nel 66 conobbe Nerone, verso il quale fu sempre benevolo, poiché l'imperatore esentò la Grecia dai tributi. Nello stesso si pensa abbia acquisito la cittadinanza ateniese e che sia entrato a far parte della tribù Leontide.

Visitò poi Sparta, Tespie, Tanagra, Patrie e Delfi.

Tornato ad Atene, fu nominato arconte eponimo, sovrintendente all'edilizia e ambasciatore presso Acaia. Istituì inoltre nella sua casa una specie di Accademia impostata sul modello ateniese.

Plutarco visitò poi l'Asia, tenne conferenze a Sardi e ad Efeso, fece frequenti viaggi in Italia e soggiornò anche a Roma, dove scrisse in alcune lettere di vivere una vita semplice ma serena.

Hartmann ritiene che visse a Roma tra il 72 e il 92[citazione necessaria]. Certo è che non imparò mai bene il Latino e che conobbe l'imperatore Vespasiano, come racconta nel De sollertia animalium.

Tenne a Roma molte lezioni ed ebbe il sostegno delle autorità in quanto divenne presto un convinto collaboratore della politica romana. L'imperatore gli conferì la dignità consolare e il senatore L. Mestrio Floro la cittadinanza romana.

Terminata l'esperienza romana, tornò in Grecia e nel 105 fu eletto sacerdote nel santuario di Apollo a Delfi.

Nel 117 l'imperatore Adriano gli conferì la carica di procuratore.

Ritiratosi a Cheronea, si dedicò interamente alla propria famiglia.

Eusebio racconta che morì forse nel 119, ma molti oggi indicano date che vanno oltre il 120-125.

Nel 70 sposò Timossena, una donna di Cheronea, il cui nome è stato ricavato da una nota occasionale di Plutarco stesso nella quale sostenne di aver chiamato la figlia come la madre.

Alcuni ritengono che il padre della sposa fosse contrario al matrimonio, ma superata questa incomprensione i due si sposarono dopo un sacrificio ad Eros.

Ebbe da Timossena cinque figli, che sostenne di aver allevato personalmente: Soclaro e Cherone (che morirono in tenera età), Autobulo, Plutarco e Timossena, l'unica femmina (anche lei morta giovanissima).

Si dice che Timossena fosse una donna forte e di grande virtù, molto legata al marito e di tale cultura da scrivere un libro sull'amore per il lusso indirizzato all'amica Aristilla.

Plutarco di Cheronea fu uno degli scrittori più prolifici di tutta la Grecia antica.

Con l'avanzare del Medioevo cristiano e lo scisma d'Oriente che nel 1054 separò la chiesa greca da quella romana, l'opera di Plutarco, che scriveva in greco di etica, fu quasi dimenticata nell'occidente cristiano. I suoi scritti cominciarono a riaffiorare nel XIV secolo, con la ripresa dei contatti tra intellettuali latini e orientali e furono tradotti in latino o in volgare tra il Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, periodo di straordinaria avidità e vivacità intellettuale che fu chiamato umanesimo. Molte delle sue opere sono integre, di altre si hanno solo alcuni frammenti, e di molte si conosce solo il titolo.
 

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Tratto da: Plutarco. Wikipedia, L'enciclopedia libera.