Jacques Prevert

 

Jacques Prévert (Neuilly-sur-Seine, 4 febbraio 1900 – Omonville-la-Petite, 11 aprile 1977) è stato un poeta e sceneggiatore francese.

Jacques Prevert nasce nel dipartimento della Hauts-de-Seine, da padre bretone e da madre originaria dell'Alvernia in un ambiente piccolo borghese e molto devoto.

In Bretagna trascorre diversi anni della sua infanzia e le tradizioni popolari bretoni eserciteranno sulla sua opera una grande influenza.

Prévert si dimostra fin dalla sua più giovane età amante della lettura e dello spettacolo. A 15 anni, dopo aver frequentato le scuole a Parigi e ottenuta la certificazione di studi, inizia a guadagnarsi da vivere intraprendendo piccoli lavori.

Nel 1920, il giovane inizia il servizio militare e raggiunge il suo reggimento prima a Lunéville, dove conosce "Roro", un ragazzo di Orléans e il pittore dadà Yves Tanguy (che sarà inviato poco dopo in Tunisia) e con essi forma un affiatato trio.
Prévert con la carica di caporale parte per Bisanzio che stava per cambiare il suo secondo nome (Costantinopoli) in Istanbul dove fa propaganda antimilitare e stringe amicizia con Marcel Duhamel che sarà il futuro autore e direttore di collane di Umor Nero.

Di ritorno a Parigi nel 1922, Jacques si stabilirà con i suoi due amici artisti e col fratello Pierre, regista, al 54 di Rue del Château a Montparnasse che sarà presto il punto di riunione del movimento surrealista al quale partecipano Robert Desnos, Georges Malkine, Louis Aragon, Michel Leiris, Antoine-Marie-Joseph Artaud, Raymond Queneau senza dimenticare il capo fila André Breton, con il quale Prévert manterrà sempre ottimi rapporti malgrado la crisi e i dissensi che si verificarono all'interno del movimento surrealista nel 1929.

I suoi primi testi risalgono al 1930 quando il poeta pubblica sulla rivista "Bifur" Souvenirs de famille on l'ange gardechiourme (Ricordi di famiglia ossia l'Angelo aguzzino).

L'anno seguente sulla rivista "Commerce", dove lavora Giuseppe Ungaretti come redattore, esce il Tentative de description d'un diner de têtes à Paris-France (Tentativo di descrizione di un banchetto a Parigi, Francia) e recita in un film di Marc Allégret, Pomme de terre.

Tra il 1932 e il 1936 Prévert svolge un'intensa attività teatrale, lavorando con la compagnia "Gruppo d'Ottobre", della Federazione Teatro Operaio, che intende promuovere un "teatro sociale".
Per il gruppo Ottobre, Prévert fornisce un inno diventato popolare anche in Italia: Marche ou crève (Marcia o crepa). Scrive La Bataille de Fontenoy (La battaglia di Fontenoy) che viene rappresentata a Mosca nel 1933 durante una Olimpiade internazionale del Teatro Operaio alla quale partecipa anche come attore.

Nello stesso periodo inizia le sue collaborazioni cinematografiche producendo gli scenari di alcuni dei vertici poetici del cinema francese.

Scrive il testo e la sceneggiatura di L'affaire est dans le sac, diretto dal fratello Pierre e nel 1935 Le crime de Monsieur Lange per Jean Renoir.

Nel 1936 pubblica sulla rivista "Soutes", La crosse en l'air e su "Les Cahiers G.L.M." Evénement.

Scrive i testi delle sue prime canzoni che, musicate da Joseph Kosma, verranno interpretate da famosi cantanti come Juliette Greco, Yves Montand, Mouloudji, Agnès Capri, Marianne Oswald e Les Frères Jacques.

Nel 1937 ritorna al cinema collaborando con Marcel Carné e scrive per il regista il copione di Drōle de drame (Lo strano dramma del dr. Molineaux) e nel 1938, dopo un soggiorno di un anno negli Stati Uniti a Hollywood, il soggetto del celebre film Quai des brumes (Porto delle nebbie), interpretato da Jean Gabin, Michèle Morgan, Pierre Brasseur, Michel Simon.

Negli anni che vanno dal 1939 al 1945 egli continua la sua attività di soggettista e sceneggiatore scrivendo Disparus de Saint_Agil per Christian-Jacques e Pierre Laroche, Le jour se lève (Alba tragica) e Les portes de la nuit (Le porte della notte) (Mentre Parigi dorme) per Carné, Les visiteurs du soir (L'amore e il diavolo), per Carné e Laroche, Remorques e Lumière d'été per Jean Grémillon, Adieu e Lèonard per il fratello Pierre, Aubervilliers per Eli Lotar.
Di questi anni è anche il capolavoro uscito dalla collaborazione Prévert- Carné, Les enfants du paradis (Gli amanti perduti) con Jean-Louis Barrault.

Nel 1944 escono, su "Les Cahiers d'Art", Promenade de Picasso e Lanterne magique de Picasso. Nel frattempo il poeta, dimesso dall'esercito nel 1939, aveva lasciato Parigi per trasferirsi a sud a la Tourette-de-lupe dove Joseph Kosma, il fotografo Trauner e molti altri lo avevano raggiunto per lavorare con lui alla realizzazione dei film.
Farà ritorno a Parigi nel 1945, a guerra terminata.

Tra gli anni 1945 e 1947 Prévert riprende la sua attività teatrale con la rappresentazione di un balletto al quale collabora anche Pablo Picasso. "In tutta certezza, o prababilità molto credibile è che la poesia del poeta J. Prévert dal titolo Alicante è stata inserita nei suoi lavori poetici dal medesimo per sorta di ammirazione e di conseguente amicizia con l'artista Picasso Pablo" (da In tutta... ad artista Picasso Pablo, tratto da commenti del libro di saggistica varia su poesie scelte, commentate del medesimo Poeta, di M.Grazia Mammì, edito dalla medesima Ed. Mammì-MGM- anno 2007
Escono intanto due raccolte di poesie, Histoires e la celebre Paroles edizione curata da René Bertelé che avrà un enorme successo.

Lavora intanto alla sceneggiatura di alcuni film, tra cui La Bergère et le ramoneur (La pastorella e lo spazzacamino) per Paul Grimault che sarà ripreso nel 1979 e darà vita ad un cartone animato dal titolo assolutamente fantastico "Il re e l'uccello", Notre Dame de Paris di Jean Delannoy e La fleur de l'age, che rimase incompiuto e segnò la fine della collaborazione con Carné.

Scrive intanto numerosi testi per bambini che, realizzati dal fratello Pierre, verranno rappresentati in televisione.
Si sposa e nasce la prima figlia, Michelle.

Nel 1948, cade da una finestra degli uffici della Radio e precipita sul marciapiede dei Champs-Elysées rimanendo in coma per diverse settimane. Ripresosi si trasferisce con la moglie e la figlia a Saint-Paul de Vence, dove rimane fino al 1951.
Scrive nel frattempo un nuovo soggetto, Les Amants de Vérone, per il regista André Cayatte, e pubblica una nuova edizione del suo best-seller "Paroles" che erano state riunite per la prima volta nel 1945 da René Bertelé, la raccolta "Spectacle" e "La Grand Bal du Printemps".

Nel 1955 egli ritorna definitivamente a Parigi, pubblica una nuova raccolta di poesie, La pluie et le beau temps e si dedica ad una nuova attività artistica, quella del collages, che esporrà nel 1957 alla galleria Maeght a Saint-Paul de Vence. Nel 1956 il poeta pubblica il volume Miró con G. Ribemont-Dessaignes, con delle riproduzioni di opere di Mirò.

Nel 1963 pubblica un nuovo volume di poesie, Histoires, et d'autres histoires.

Nel 1966 esce l'opera Fatras, con 57 suoi collages.

Negli anni successivi si stabilisce nella sua dimora di Omonville-la-Petite, nel dipartimento della Manche, ma colpito da grave malattia conduce vita ritirata ricevendo solamente alcuni dei suoi più cari amici, come Yves Montand, Juliette Greco, Raymond Queneau, il regista Joseph Losey, l'attore Serge Reggiani e pochi altri.

L'11 aprile 1977 Prévert muore a Omonville-la-Petite, di cancro al polmone.

La poesia di Prévert è una poesia scritta per essere detta e quindi più parlata che scritta, fatta per entrare a far parte della nostra vita. Ciò che esce con prepotenza è il concetto di amore come unica salvezza del mondo, un amore implorato, sofferto, tradito, ma alla fine sempre ricercato. Una gioia che coincide con la nascita e con la vita, e a sua volta con la primavera "le grand bal du printemps" e anche con la figura del bambino, la sua semplicità e gioia che si ribella alle istituzioni, come la scuola, quel posto dove " si entra piangendo e si esce ridendo" . Come già detto il ribellarsi alle istituzioni e la voglia estrema di libertà si ritrova pienamente nell'immagine dell'uccello, più volte presente nella poesia di Prévert. L'amore non si può incatenare o forzare, è quanto di piu spontaneo esista al mondo, chiunque provi ad istituzionalizzarlo o a sottometterlo finisce inevitabilmente per perderlo " je suis allé au marché aux esclaves mais je ne t'ai pas trouvée mon amour", anzi quando si prova l'amore, quello vero non vi è neanche il desiderio di incatenarlo, è spontaneo, libero, come quello dei ragazzi che si amano. Il germe della gioia c'è sempre, il male, per quanto possa aver preso il sopravvento in tutte le sue forme, la guerra la prima, non riesce ad essere totalizzante, "tout le monde ne peut pas tuer tout le monde et alors tout saccagé qu'il est le grand bal du printemps peut-etre ne fait que recommencer", e il poeta lo fa notare.

Quando apparve l'opera di Prévert in Francia si pensò che fosse nato il poeta che avrebbe risollevato le sorti della poesia francese moderna.

Una poesia, quella di Prévert venuta alla luce sotto l'influenza del surrealismo e via via, durante il corso degli anni, modificatasi con continue accensioni di non facili qualità.

Prévert passa nella sua poesia dal gioco attento dell'intelligenza al controllo della sensibilità, dall'uso scanzonato dell'ironia ad una semplicità di espressione che a volte, ad un lettore superficiale, può sembrare sfiorare la banalità.
Egli partecipa in modo sentimentale ai climi poetici affrontati ma anche con rigorosa obbedienza ad un simbolismo di alta scuola francese, sempre alla ricerca di un ritmo che non si discosta mai dal linguaggio comune.

La poesia prevertiana è di una facilità pericolosa perché ricca di ritmi interni, di giochi di parole, di diverse situazioni psicologiche che sono lo specchio di questo grande poeta francese.

Quando nel 1946 apparve la sua opera più famosa, "Paroles", tutti rimasero favorevolmente colpiti e non solo da parte della letteratura engagée che già conosceva la poesia di Prévert per averla letta in diverse occasioni, fin dal 1930, sulle pagine delle riviste letterarie, ma anche da parte di coloro che glorificando solamente la sua esperienza complementare, come quella del cinematografo, ritenevano il poeta non altro che un autore di versi per canzonette in voga.

Le parole alle quali Prévert si affida sono audaci e l'accostamento che crea tra di esse può sembrare a volte brutale o polemico o blasfemo, ma invece è molto più saggio di quanto possa apparire.

Anche i classici "inventaire" non sono banali ma costruiti su ritmi e sospensioni, su ragionamenti profondi che, pur alternando gli elementi più disparati, vengono fissati da una forte partecipazione e osservazione acuta del mondo che lo circonda.

Una delle poesie più note di questa opera è I ragazzi che si amano.

La poesia di Prévert parte sempre da un motivo polemico, e da una continua lotta al più deleterio conformismo, facendo nascere spesso una satira violenta soprattutto nelle poesie più impegnate dove non c'è posto per il sentimentalismo.
Le parole di Prévert, che nascono spontanee dal suo umore, esprimono, a seconda delle occasioni, la forza del rimpianto, della violenza, dell'ironia, della tenerezza, della vendetta e dell'amore e non sono altro che le parole alle quali l'uomo comune dedica la propria vita.

Le sue "histoires" sono sempre formulate attraverso un ben preciso gioco di parole che possono sembrare a volte strane, a volte banali, a volte coltissime, oppure tramite una imprevedibile improvvisazione che sfocia nell'humor.
Ma, anche nei divertissement, Prévert ha la sua polemica da far valere a volte anche a scapito del risultato poetico, vizio tipico di quei poeti francesi rivoluzionari che non accettano compromessi letterari per difendere le loro idee, come il clochard non accetta compromessi sulla sua professione di clochard.

Prévert può considerarsi un anarchico che sconfina con le sue parole nel regno della bestemmia e dell'ingiuria, ma la sua non è altro che la voce del cittadino che protesta.

I temi sono dunque quelli comuni come la collera istintiva contro chi comanda e fa le leggi, contro i finti moralisti, contro chi ama e vuole le guerre, contro chi giudica.

I personaggi delle poesie di Prévert sono quelli incontrati a Rue de Seine, sulle panchine delle Tuileries, nei bistrò, nelle squallide pensioni di Clichy, sui lungosenna, là dove sono di casa l'amore e la miseria, ma non sono mai personaggi anonimi perché ognuno ha il suo problema da risolvere entro la sera, la sua risata contro chi comanda, un figlio da piangere, un amore da ritrovare, un ricordo e una speranza.

Le poesie di Prévert o meglio le sue "tranches de vie" si offrono facilmente ad una interpretazione musicale perché non si allontanano molto dallo schema tradizionale delle chanson tipicamente francesi senza far sì che questo ne diminuisca il valore soprattutto se si pensa che nei tabarins e nelle strade di Parigi hanno raccolto consensi "Le Dormeur du Val" di Arthur Rimbaud, "Le pont Mirabeau" e "Les saltimbanques" di Guillaume Apollinaire, "Si tu t'imagines" di Queneau.

"Gran Bal du Printemps" nasce dalla felice unione artistica di Prévert e del fotografo Israelis Bidermanas, un ebreo lituano arrivato ventenne a Parigi.

A Iziz è intitolata la prima poesia della raccolta, ed Iziz era il soprannome dell'amico fotografo le cui immagini accompagnavano le poesie di Gran ballo di Primavera nella prima edizione del libro La Guilde du livre, edizione fuori commercio, Losanna, 1951.

L'editore Gallimard nel 1976, riunì questa raccolta in "Charmes de Londres" (Incanti londinesi) privandola delle foto e facendone un libro di poesie autonomo. Prévert ed Izis non solo usavano mezzi comuni, dall'immagine visiva e verbale, ma condividono l'immagine di un mondo. L'immagine del "mercante d'immagini" e del "suonatore ambulante" della poesia in apertura del volume è Izis ma è prima di tutto il poeta stesso.

Entrambe le raccolte, "Il gran ballo di Primavera" e "Incanti londinesi", sono l'invito ad un viaggio non tanto della bellezza artistica, quanto di quella umana.

Le poesie della raccolta "Il gran ballo di Primavera" sono pervase dalla musica ed è questa la musica di Parigi e di Londra, è la musica delle filastrocche per bambini, è quella dei carillon delle giostre e di tutte le voci anonime che si sentono ad ogni angolo di strada.

Fatras apparve in Francia nel 1966 ed è uno degli ultimi libri di Prévert che conclude in modo ideale il lungo itinerario percorso.

 

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Tratto da: Jacques Prevert. Wikipedia, L'enciclopedia libera.