Protagora

Protagora (481 a.C. - 420 a.C., in greco Πρωταγόρας), è un filosofo presocratico nato ad Abdera nell'antica Grecia, ma che poi si trasferisce ad Atene dove incontra Pericle. Proprio la vicinanza a Pericle, nonché le posizioni agnostiche in ambito teologico, gli procurano un'accusa per empietà e la condanna all'ostracismo, che lo portò infine a morire lontano da Atene, durante un naufragio.

La sua filosofia è riassumibile in una sua famosa asserzione:

    «L’uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono»

intendendo con uomo il singolo individuo, un intero popolo e l’umanità. Con questa formula Protagora sostiene che le cose non avrebbero valore se non glielo attribuisse l’uomo e che non esiste un’unica verità assoluta, ma tante quante sono gli uomini; questa concezione antropocentrica prende il nome di relativismo. Dal relativismo deriva: il relativismo conoscitivo, per cui non un esiste un principio assoluto; e il relativismo etico, secondo cui non esiste un bene assoluto, ma varia da uomo a uomo. In mancanza di una verità e un bene assoluti, la parola è dominatrice e quindi è fondamentale la retorica al fine di convincere l’altro; per dimostrare ciò Protagora elabora delle antilogie: discorsi contraddittori, in cui non si riesce a stabilire ciò che è vero e ciò che è falso. Un famosa antilogia realizzata da Protagora è: la malattia è un bene, la malattia è un male; infatti la malattia è un bene per il medico perché riguarda il suo lavoro, ma è un male per il malato. Per non entrare nel caos provocato dal relativismo bisogna far riferimento al criterio dell’utile, il quale è un criterio debole perché anche l’utile è relativo. L’utile deve essere sia individuale che sociale; la società istituisce delle leggi che pongono dei limiti all’utile individuale.

Il giudizio negativo sui Sofisti di Aristotele e Platone è dovuto alla loro contrapposizione al relativismo; infatti, essi sostengono la possibilità per l'uomo di conoscere con certezza la verità, mediante l'uso corretto della ragione.
 

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Tratto da: Protagora.  Wikipedia, L'enciclopedia liberaa.