Theodore Roosevelt

Theodore Roosevelt detto Teddy o TR (New York, 27 ottobre 1858 – Sagamore Hill, 6 gennaio 1919) è stato un politico statunitense. È stato il 26esimo nonché il più giovane Presidente degli Stati Uniti e ha ricevuto il Premio Nobel per la pace.

Nasce a New York il 27 ottobre del 1858, da una famiglia aristocratica originaria del Regno dei Paesi Bassi. Il padre era un repubblicano progressista, la madre una conservatrice convinta che era cresciuta in una piantagione in Georgia. Il giovane Theodore soffriva di frequenti attacchi d'asma.

Nel 1876 entra nella Facoltà di Legge di Harvard, distinguendosi nei risultati sportivi e scolastici. Laureatosi soggiorna brevemente in Germania. Si iscrive alla Columbia University (scuola di specializzazione in legge), ma la abbandona dopo poco per cominciare la propria carriera politica. Nel 1880 si unisce al partito repubblicano e due anni dopo ottiene la sua prima carica politica come membro del parlamento dello Stato di New York.

Nel 1884 è colpito da una tragedia personale: la moglie muore dando alla luce una bambina, che la avrebbe seguita poco dopo. TR si rifugia in un ranch in Dakota, abbandonando la vita politica per due anni e dedicandosi alla scrittura di testi storici.

Tra il 1886 e il 1895 è membro e poi presidente della Commissione presidenziale per il Servizio Pubblico. Nel 1895 è Capo della Polizia di New York. Entra nell’amministrazione del presidente William McKinley nel 1897, come aiuto segretario della marina.

Roosevelt si prepara, da questo ufficio, al proprio debutto in grande stile sulla scena politica nazionale. L’occasione è data dallo scoppio della guerra ispano-americana, contro la Spagna a Cuba (1898). Sconcertando i suoi stessi compagni di partito (a cui TR rimproverava scarso ardore e indecisione nell’affare cubano), si dimette da ogni incarico governativo e entra nell’esercito. Raccoglie un corpo di volontari, i così detti "Rough Riders" e li comanda personalmente sul campo di battaglia di Cuba. Dimostra tutta la propria abilità di propagandista (e di giornalista) nel mandare resoconti dettagliati delle proprie imprese a tutti i principali giornali in patria. Entro la fine della guerra (durata solo pochi mesi e facilmente vinta dagli Stati Uniti), Roosevelt è un eroe nazionale, nonostante il suo battaglione abbia subito più perdite di qualsiasi altro nel conflitto.

Tornato in patria si rimette in politica, vincendo per pochi voti le elezioni come governatore di New York. Rimarrà in carica solo due anni (1898 – 1900), poi si candiderà come vicepresidente degli Stati Uniti, dando un incredibile vigore alla campagna del candidato repubblicano (e presidente uscente) William McKinley.

Con l’uccisione del presidente McKinley (1901) Roosevelt diventa il 26° presidente degli Stati Uniti, non senza qualche preoccupazione dello stesso partito Repubblicano, che lo considerava un avventurista (un "maledetto cowboy" nelle parole di un suo compagno di partito). Egli si rende conto di essere in una posizione precaria e, fino alle elezioni del 1904, si muove cautamente.

Confermato nella carica nel 1904, Roosevelt porta avanti una politica da un lato fortemente riformista - la sua è infatti la prima amministrazione ad occuparsi seriamente dei diritti dei lavoratori e di politiche ambientali - dall'altro populista e spregiudicata - tenta di rinsaldare il proprio rapporto con l’opinione pubblica attraverso frequentissimi viaggi e comizi e con l’iniziazione di imponenti opere pubbliche e con un ordine presidenziale istituisce una pensione per tutti i veterani di guerra.

La sua politica estera è nettamente interventista ed aggressiva (la cosiddetta politica del grande bastone): egli è strenuo difensore degli interessi statunitensi in America latina (nel 1903, grazie a spregiudicate manovre, riesce a concludere un accordo per la costruzione del Canale di Panamá).

Nel 1905 propone e ottiene di poter fare da mediatore nella guerra tra Russi e Giapponesi. La pace si firmerà il 5 settembre. L'aver messo la parola fine alla guerra russo-giapponese, uno dei conflitti più sanguinosi mai combattuti, è un'abile mossa politica che gli dà una grandissima popolarità internazionale. Nel 1906 gli viene consegnato il Premio Nobel per la pace.

Mantenendo una promessa fatta al tempo della prima elezione Roosevelt rinuncia a ripresentarsi e sostiene il candidato repubblicano William Howard Taft, che viene eletto proprio grazie alla sua promessa di governare il paese "proprio come fosse Roosevelt". Teddy si prende un periodo di riposo, compiendo un viaggio di caccia in Africa, come al solito seguitissimo dai media americani, che ne riporteranno gli strabilianti risultati (più di tremila trofei riportati in patria).

Deluso dall’operato di Taft decide di fargli opposizione al Congresso Repubblicano a Chicago nel 1912. Il partito si spacca e Roosevelt fonda l’unico terzo partito statunitense nella storia che ebbe una qualche importanza al di fuori della classico sistema bipartitico. Il Partito Progressista o "Bull Moose Party" ottiene il 27% dei consensi, sopravanzando i Repubblicani ma non i Democratici, che vedono il proprio candidato, Woodrow Wilson, nominato 28° presidente degli Stati Uniti .

Al momento dell’entrata in guerra degli USA nella Prima guerra mondiale, Roosevelt, naturalmente deciso interventista, chiede a Wilson di poter formare un corpo di volontari da mandare sul fronte occidentale, ma il presidente gli nega il permesso.

Muore per un'embolia il 6 gennaio 1919 a Sagamore Hill, Oyster Bay, New York. Il suo ricordo è ancora molto vivo negli Stati Uniti.

Il suo volto è scolpito nella roccia del monumento di Monte Rushmore.

 

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Tratto da: Theodore Roosevelt. Wikipedia, L'enciclopedia libera.