Ludwig Wittgenstein

 

Ludwig Wittgenstein (Vienna, 26 aprile 1889 - Cambridge, Inghilterra, 29 aprile 1951), filosofo austriaco, è stato autore di contributi fondamentali per la fondazione della logica e per la filosofia del linguaggio.

Ciò è avvenuto nonostante Wittgenstein abbia pubblicato un solo libro nel corso della sua vita: il Tractatus logico-philosophicus. Le raccolte di appunti, lezioni e diari, che costituiscono tutto il resto della sua vastissima opera, sono state pubblicate solo dopo la sua morte.

In un primo momento Wittgenstein, convinto che il Tractatus avesse risolto definitivamente "tutti" i problemi della filosofia, abbandona l'attività speculativa diretta, intendendo, come dirà poi ad un suo studente, "voler continuare a pensare": dopo l'esperienza di cinque anni di guerra, in cui si compì la stesura finale del Tractatus come libro logico-etico, intendendo far derivare un'etica di importanza assoluta dalla logica del mondo, è insegnante in una scuola elementare, giardiniere in un monastero e, infine, architetto per la costruzione della nuova casa della sorella a Vienna (a cui oggi, seppur dopo innumerevoli devastazioni della sua struttura e forma originale, è riconosciuto lo status di monumento nazionale). Ritornerà esplicitamente alla filosofia dopo questo periodo di transizione solo nel 1929, spinto essenzialmente dall'idea di proseguire sulla strada del Tractatus, correggendone alcuni punti per renderli più tecnicamente efficienti. La sua idea di base infatti è di rendere la filosofia una tecnica come quella degli affari, egli dice, ovvero attuarne il metodo di chiarificatrice dell'esistente già postulato nella parte finale del Tractatus.

Dopo un periodo di ritorno a Cambridge, e di discussione con vari logici, tra cui spicca Ramsey, ma soprattutto grazie agli spunti forniti dalle chiacchierate con Piero Sraffa, un economista torinese antifascista e per questo ospitato a Cambridge, che poi sarà ricordato nella Prefazione delle Ricerche filosofiche, scrive, per l'ottenimento di una borsa di studio, una serie di appunti pubblicati postumi col titolo di Osservazioni filosofiche. In esse Wittgenstein compie il fondamentale passaggio, in sostanza l'unico reale cambiamento dal Tractatus, dalla considerazione di regole linguistiche, dei linguaggi ordinari, a cominciare da quello matematico, riducibili a regole logiche, cioè di un linguaggio logico, postulato nel Tractatus, comune a tutti i linguaggi, e pertanto perfetto, alla consapevolezza che esistono solo le regole linguistiche ordinarie, e che pertanto l'unica operazione possibile è soltanto il vederle e rendersene conto. Il progetto poi lo esemplificherà definitivamente nei Libri Blu e Marrone, due quaderni di appunti che egli scrisse per i suoi studenti in occasione di due corsi universitari tenuti a Cambridge. In essi si annuncia la scoperta dei giochi linguistici, poi il perno centrale di gran parte delle sue successive riflessioni. Le quali per la massima parte non sono altro che esperimenti mentali, figura che egli stesso introdusse e usò in maniera massiccia, ovvero esempi di situazioni possibili atte a mostrare il funzionamento di ciò che si intendeva far funzionare. Il cambiamento si definisce poi in quella che per certi versi è l'ultima opera di Wittgenstein, anche se, come tutte le altre, frutto di annotazioni e pensieri sparsi, in questo caso dal suo ritorno alla filosofia, fino al 1946, che egli voleva anche dare alle stampe ma che poi fu pubblicata ovviamente postuma, appunto le Ricerche filosofiche. In essa al progetto di una definizione del linguaggio ideale logico subentra definitivamente l'interesse per lo studio degli usi concreti e particolari della comunicazione umana.

Nelle Ricerche filosofiche, il linguaggio, come annunciato nel Libri Blu e Marrone, non è più inteso come il protocollo delle proposizioni elementari logicamente ordinate, ma un insieme di espressioni che svolgono funzioni diverse, nell'ambito di pratiche e regole discorsive differenti - Teoria dei giochi linguistici -. Sarebbe tuttavia un errore contrapporre le due opere, il Tractatus e le Ricerche, del filosofo austriaco come due mondi incomunicanti. Ciò che rimane costante è il fondamentale interesse dell'autore per il linguaggio, e la sua concezione della filosofia: essa continua ad essere intesa come attività di chiarificazione del linguaggio. E rimane soprattutto, nel "Tractatus" come nelle "Ricerche", la pregiudiziale antimetafisica: la metafisica sorge, secondo Wittgenstein, "quando il linguaggio fa vacanza". Per quanto riguarda l'etica, essa rimane una straordinaria parentesi esclusiva del Tractatus, e poi, sempre nella medesima concezione, in una famosa "Conferenza sull'etica" che egli tenne nel 1929 agli Eretici di Cambridge. Anche se da essa mai Wittgenstein prese le distanze o tentò di eliminarla, ma ribadendo anzi ad ogni occasione l'afflato etico-mistico, di straordinaria complessità, della sua filosofia, seppur necessariamente rilegandolo nel campo dell'indicibile, come nel Tractatus. Di particolare importanza, tra le sue opere tarde, sono il Della Certezza e le Osservazioni sulla filosofia della psicologia, nelle quali viene approfondita l'analisi del senso comune e degli schemi senso-motori che concorrono, a volte affiancandolo, il linguaggio, l'importanza del quale, giammai messa da parte, viene affiancata agli schemi percettivi ed interpretativi che la prassi lega nel concetto di vedere-come. In modo particolare inoltre sono da tener presente le sue "Osservazione sui fondamenti della matematica", in cui chiarisce compiutamente il suo punto di vista su questa disciplina e il ruolo che essa gioco nell'economia di tutta la sua opera teoretica.

Benché sia cresciuto a Vienna e abbia rivendicato per tutta la vita le proprie origini austriache, il nome di Wittgenstein viene legato al Trinity College di Cambridge, dove, dopo aver studiato con Bertrand Russell, ritorna nel 1928 per continuare le sue ricerche. I suoi primi scritti sono profondamente influenzati, anche se in maniera negativa, per demolirli, dai lavori sulla logica dello stesso Russell e dallo studio dell'opera del logico tedesco Gottlob Frege.

Appena pubblicato il Tractatus diventa punto di riferimento per il Circolo di Vienna cui il filosofo austriaco non ha mai aderito criticandone i fraintendimenti della sua opera da parte del positivismo logico. Sia i primi che gli ultimi lavori di Wittgenstein hanno influenzato, pur del tutto involontariamente dalla sua opera e dalla sua stessa persona, che per quello che poté ne prese sempre le assolute distanze, lo sviluppo della filosofia analitica, la filosofia del linguaggio, la filosofia della mente e la teoria dell'azione, la teoria dell'informazione, la cibernetica.

Ludwig Wittgenstein - Un'interpretazione politica di Fabio Sironi: "Si può considerare oggi, per la sua vita, per il suo pensiero e per l'approccio con cui li condusse, uno dei più anomali pensatori mai esistiti, ma la cui opera è fonte di continue ed essenziali scoperte quanto mai vive e presenti nella visione logica, linguistica, etica e filosofica attuale del mondo. La traversata aforistica della sua vita raccolta nei Pensieri diversi rimane forse una delle testimonianze più avvincenti del suo pensiero, tanto stringente e conciso quanto intenso".

 

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Tratto da: Ludwig Wittgenstein. Wikipedia, L'enciclopedia libera.