Louis de Bonald

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Louis-Gabriel, visconte di Bonald (Millau, 2 ottobre 1754 - Millau, 23 novembre 1840) fu un uomo politico, filosofo, scrittore e pubblicista francese, grande avversario della Rivoluzione Francese.

 

Fervente monarchico e cattolico, questo aristocratico originario della Rouergue imbevuto di tradizione e privilegi fu la voce più importante degli ultra- legittimisti. Nelle sue numerose opere, attaccò la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, il Contratto sociale di Jean-Jacques Rousseau e le innovazioni sociali e politiche portate dalla Rivoluzione sostenendo il ritorno all'autorità della monarchia e della religione.

 

Nato da una famiglia nobile della Rouergue, Louis-Gabriel de Bonald nel 1769 entrò nel collegio di Juilly, gestito dagli Oratoriani. Per qualche tempo prestò servizio come moschettiere, prima di ritornare alle sue proprietà e sposare una ragazza di buona famiglia, Élisabeth de Combescure. Nel 1785, divenne sindaco di Millau.

 

Allo scoppio della Rivoluzione, ne fu inizialmente sostenitore. Ricevette una corona civica dai suoi concittadini e nel 1790 fu rieletto sindaco. Qualche mese più tardi, entrò a far parte dell'Assemblea del dipartimento, ciò l'obbligò a dimettersi dall'incarico di sindaco. In breve tempo, la legislazione anticlericale che prevedeva la Costituzione civile del clero e la nazionalizzazione dei beni ecclesiastici, sconvolse i suoi profondi sentimenti religiosi. Quindi, il 31 gennaio 1791 si dimise da presidente e deputato dell'Assemblea del dipartimento e per evitare le rappresaglie, emigrò con le sue due figlie maggiori a Heidelberg, dove si trovava l'esercito del Principe di Condé.

 

È ad Heidelberg che Bonald scoprì la sua vocazione di scrittore. Egli trasse ispirazione da alcuni volumi che aveva potuto portarsi con se: qualche tomo di Tacito, la Storia Universale di Jacques Bénigne Bossuet, lo Spirito delle leggi di Montesquieu e il Contratto sociale di Rousseau. La sua prima opera fu la Teoria del potere politico e religioso nella società civile, pubblicato nel 1796 a Costanza. In quest'opera sin dall'inizio annuncia la sua intenzione: " Credo possibile dimostrare che l'uomo non può dare una costituzione alla società religiosa o politica, così come non può dare la pesantezza ai corpi o l'estensione alla materia. "

 

Nel 1797 rientrò a Parigi clandestinamente. Riapparendo ufficialmente solo dopo il 18 brumaio. Jean-Pierre Louis de Fontanes, direttore del Mercure de France, lo chiamò a collaborare al suo giornale. Bonald frequentava anche Louis-Mathieu Molé e Chateaubriand. Nel 1800 pubblicò il suo Saggio analitico sulle leggi naturali dell'ordine sociale, poi nel 1801 Sul divorzio, nel quale sosteneva l'indissolubilità del matrimonio. Nel 1802 uscì la Legislazione primitiva, in contemporanea con il Genio del Cristianesimo di Châteaubriand. Commentando lo scarso successo della sua opera rispetto a quella dell'amico, Bonald affermò che lui " ha offerto la sua droga al naturale, mentre Châteaubriand la ha offerta zuccherata. "

 

In quel periodo, si ritirò nei suoi terreni, continuando a scrivere per il Mercure de France e il Journal des débats. Nel 1806, in seguito a un articolo intitolato " Riflessioni filosofiche sulla tolleranza delle opinioni ", ricevette una reprimenda da Fouché. L'intervento di Fontanes insieme a quello di Napoleone, furono sufficienti a fare ritirare il provvedimento. Ciononostante, Bonald, fervente realista, rifiutò l'offerta di Napoleone di far ristampare la sua Teoria del potere se egli avesse eliminato la dedica al re. Allo stesso modo nel 1807 declinò l'offerta di dirigere il Journal de l'empire.

 

Durante la Restaurazione, la sua lotta per la monarchia gli valse riconoscimenti ufficiali e una grande influenza delle sue idee. Creato cavaliere di San Luigi, ricoprì un ruolo politico attivo. Nel 1815 propose una legge che abrogava il divorzio, da lui ritenuto un " veleno rivoluzionario ". La legge Bonald, votata l'8 maggio 1816 ristabiliva la separazione dei corpi e restò in vigore fino al 1884.

 

Nel 1816 fu nominato membro dell'Académie française dove occupò il seggio 30, succedendo a Jean-Jacques Régis de Cambacérès e cederà il suo posto a Jacques-François Ancelot. Fu deputato dal 1815 al 1822, poi nel 1823 pari di Francia. Nel 1830 abbandonò la politica e morì nel 1840 in seguito a una crisi d'asma.

 

 

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Tratto da: Louis de BonaldWikipedia, L'enciclopedia libera.