Il dettaglio

 

Aprii gli occhi che era ancora buio, da ciò dedussi che doveva essere notte. Ebbi la conferma guardando l’orologio che segnava le 3 e 40. Continuavo ad avere in testa il nome del paese dove la sera sarei andato a cena con Bonomi. Era un nome già sentito, Triora, anche se non riuscivo a ricordare dove.

Uno dei vantaggi di avere a casa una “biblioteca” sta nel fatto che se vuoi sapere qualcosa non devi necessariamente accendere il PC per collegarti ad Internet.

Dovendo scoprire qualcosa sul paese, mi tirai fuori dal letto. L’impatto con l’aria fredda della stanza, ed il contrasto con il calore del piumino che mi aveva ricoperto fino ad un attimo prima, mi diede una sensazione di gelo.

Presi rapidamente il volume dell’enciclopedia alla lettera TRAS-Z, mi reinfilai sotto il piumino e cercai il nome che mi interessava: “Triora. Comune in provincia di Imperia (Liguria) con 408 ab. (2001)…”. Le due righe seguenti non dicevano nulla di interessante, ma almeno adesso sapevo dove cercare.

Mi ributtai nuovamente fuori dal letto e cercai la Guida Rossa della Liguria edita dal TCI. Fortunatamente il colore del volume facilitò notevolmente la ricerca.

Anche qui le notizie non erano molte: cinque tra fortezze e castelli ormai ridotti a rovine, la Collegiata dell’Assunta ed il Museo Etnografico e della Stregoneria.

Spalancai gli occhi, per quanto sia possibile spalancarli nel cuore della notte, e continuai a leggere: “Il Museo raccoglie atti e testimonianze relativi a un processo per stregoneria del 1588-89”. Quindi la guida continuava trattando del giardino botanico e del museo del territorio in via di allestimento. Null’altro.

“Bum!”, esclamai a voce alta nel silenzio della casa. In meno di ventiquattro ore avevo collezionato la richiesta di un reportage sulla “Torino magica”, una caviglia gonfia a causa di una runa ed una cena intima nel “paese delle streghe”. Come dire? Cominciavo a sentire odore di bruciato.

Era necessario riprendere sonno in attesa dei prossimi eventi, sempre che non si trattasse di tre ovvie coincidenze.

Spostai dal lato di Claudia i vari volumi… perché in qualsiasi situazione il mio pensiero tornava sempre a lei?  Ovvio, continuavo ad amarla. Spensi la luce, mi raggomitolai sotto le coperte ed attesi il ritorno del sonno.

Venni risvegliato dal suono fastidioso del telefono, emisi un cavernoso “Pronto, chi è?” che credo avrebbe indotto chiunque a riagganciare senza fiatare. Ma non mia madre. “Ciao tesoro mio, come stai? Novità?”. Grugnii: “Sto dormendo mamma!”. Era impossibile farle chiudere la comunicazione nel tentativo di evitare di farmi svegliare completamente. “Ma ancora? Sono quasi le undici”.

A quel punto rinunciai, dovevo essere svegliato: “Io sto bene mamma, non ho grandi novità, insomma solita vita, e tu come stai?”. Conoscevo la risposta e non mi sbagliai neanche questa volta: “Da quando sei così lontano mi sento sempre sola ed ormai il mio tempo sta per esaurirsi…”.

Decisi rapidamente di cambiare discorso, ma ciò mi costo il completo risveglio. “Sai mamma, mi hanno commissionato un reportage sulla “Torino magica”, sapevo che avrebbe funzionato. Mia madre cominciò a parlare di triangoli, chiese, Graal ed altro. Fortunatamente la telefonata la pagava lei.

Nel frattempo andai al bagno, preparai il caffé e fumai la prima sigaretta della giornata. A quel punto esclamai: “Mamma, mi chiamano sull’altro telefono, ci sentiamo domani”. Chiusi senza darle il tempo di ribattere.

Accesi il portatile e mi collegai ad Internet in modo da scaricare la posta. Mi ricordai che il giorno prima avevo scattato una foto al colonnato della  Gran Madre e decisi di dargli uno sguardo. Magari potevo stamparla e far vedere a Bonomi che mi ero già messo all’opera e, con tale motivazione,  chiedere un anticipo sul servizio. Avevo bisogno di soldi.

Una volta scaricata sul PC,  portai la foto alle sue dimensioni reali per verificarne la qualità tecnica. Notai che su una delle sei colonne frontali era presente un piccolo rettangolo. Iniziai ad ingrandire quel particolare.

Uno dei grossi vantaggi della fotografia digitale è proprio quello di poter visualizzare comodamente ogni singolo dettaglio di un'immagine. Nel rettangolo era presente un segno molto simile ad una X. Qualcuno aveva tentato di cancellarlo ma era ancora visibile.

Salvai la parte ingrandita come immagine a sé stante e la stampai. Risultò piuttosto sgranata ma comunque interessante. Stampai anche la foto originale. Avrei mostrato entrambe le foto a Bonomi.

Spento il portatile poggiai le foto sul tavolo della cucina e cercai qualcosa da mangiare nel frigorifero. Impresa ardua. Più che un frigorifero sembrava la riproduzione del “vuoto cosmico”. Rinunciai e decisi che sarei sceso al bar per consumare un toast e magari dare uno sguardo al  giornale.

Il giornale riportava le solite notizie: il governo non ha una maggioranza reale, i vescovi insorgono, confessa il delitto, e così via. Quindi mangiai il mio toast velocemente e risalii  a casa, deciso a schiacciare un pisolino in attesa della mia cena con il direttore.

Mi sdraiai completamente vestito sul letto, accesi una sigaretta ed istintivamente aprii il libro delle rune, il regalo di mia madre. Forse avrei dovuto richiamarla.

Iniziai a curiosare sui simboli runici, credo si definiscano così, e giunto alla sesta mi trovai davanti ad una “X” Gifu. Il libro diceva che si legge GHI-FU. Aveva una strana somiglianza con l’ingrandimento che giaceva sul tavolo in cucina.

Cercai il significato di quel simbolo: “Indica le sei direzioni più il loro centro”. La domanda fu ovvia “La Gran Madre?”. Continuai a leggere: “Come tale è il potere dell’armonia e dell’equilibrio… E’ il dono divino della vita. E’ il dono della forza vitale”.

Non avevo dubbi, avrei chiesto un congruo anticipo a Bonomi, forse sarei riuscito a pagare l’affitto anche questo mese.