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Commento di Stella a

"Lavoro e precariato senile"

26 Marzo 2007 

Riflessioni sull’età di mezzo, quella stessa età in cui il sommo poeta si ritrovò per una selva oscura.

Secondo alcuni “…lo smarrimento di Dante nella "selva oscura" ebbe luogo il 25 marzo 1300…”

Il 25 marzo del 2007, 707 anni dopo incappo nell’editoriale pubblicato su di un giovane sito riguardante il precariato senile, quel precariato che colpisce l’età di mezzo appunto.

Quella fascia d’età centrale, professionalmente  parlando, che dovrebbe rappresentare il clou della esperienza e della maturità, la premessa della saggezza, il frutto succoso si direbbe in natura. E nella natura è insita una saggezza indiscussa, il frutto migliore è quello che sta al centro, tra l’acerbo e il decomposto, in una vasta gamma di sfumature di colori, sapori e morbidezza. Anche di una buona acquavite si tiene il cuore…

Così tra l’incerto della primavera e il declinare dell’autunno, l’estate è la stagione piena e ricca.

Anche il mito, sia antico che moderno, come la filosofia, vagheggia la terra di mezzo come approdo auspicabile, o la verità che sta sempre e immancabilmente nel mezzo… insomma essere a metà strada dovrebbe essere la condizione migliore: si possiede un passato e si dispone ancora di un ampio futuro.

Invece, nella nostra società, questa età così poliedrica, sembra essere l’incipit dantesco sulla soglia dell’imbocco per la via dell’inferno.

Che cosa accade alla nostra società moderna (o post-moderna per i più pignoli) così avanzata, tecnologica, in precipitoso incedere verso il futuro più futuribile? Ci perdiamo l’anello di congiunzione, c’è il rifiuto, almeno parrebbe,  per quella fase ricca di proposte creative ad un tempo e sagge perché anche frutto di esperienze precedenti. Si può fondare il futuro di un Paese sul consumo, o meglio sullo sfruttamento, delle forze giovani e l’espulsione delle vitalità mature? La storia si racconta con un buco generazionale nel bel mezzo? Un libro si scrive solo con un prologo ed un epilogo? Il cuore non sta nel mezzo tra le viscere e il cervello?  La nostra società passerà alla storia solo come quella dei rifiuti? E del consumo rapido? Siamo in una società così rapida da non riuscire più a metabolizzare un bel niente?

Mi auguro che anche la nostra società incontri un Virgilio e che sappia razionalmente ritrovare la luce e la saggezza per intraprendere nuove strade e nuovi modi di pensare che rivalutino chi si trova nell’età della raccolta e della produzione migliore e che non si sprechi la ricchezza potenziale di cui disponiamo generando famiglie di depressi e sfiduciati.

Quelli dell’età di mezzo sono il volano tra il carburante delle nuove generazioni e il futuro di una società vecchia si ma più saggia.

 

                                                                                                                            Una Stella 46enne

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