La rana Gilda

 

In un piccolo paese di nome Vallerana nacque una Rana. Come tutte le rane, anche la nostra piccola rana iniziò la sua vita come girino, in altre parole come uno di quei piccoli esseri tutto corpo e coda.

 

       Quella che sto per raccontarvi è la storia della Rana Gilda.

 

       La Rana Gilda era nata in un piccolo stagno, su un terreno argilloso, amava nuotare con i suoi piccoli amici, ma la cosa che più le piaceva fare era disegnare. Non appena poteva, si recava sulle sponde dello specchio d’acqua doveva viveva ed usando la sua coda disegnava sull’argilla i suoi dolci sogni.

 

       Spesso disegnava il sole e la luna e li disegnava come li immaginava lei. Il sole aveva dei riccioli dorati e la luna dei lisci capelli con riflessi ramati, in realtà sull’argilla non riusciva a colorare le immagini, ma quando le guardava le immagini, quasi per magia, sembravano mostrare i colori che la Rana Gilda aveva immaginato.

 

       Quella strana magia dei colori non appariva solo alla Rana Gilda, ma anche a tutti gli altri girini che vivevano nello stagno. Quello che non riusciva a fare la nostra Rana lo faceva l’acqua che, smossa dalle code dei girini che si avvicinavano per vedere quei meravigliosi disegni, faceva sì che i lunghi capelli della luna si unissero ai dorati riccioli del sole creando una prodigiosa unione fra il giorno e la notte.

 

       Ogni volta che qualcuno dei girini dello stagno si sentiva triste, si avvicinava ai disegni e riacquistava immediatamente l’allegria. Al giungere del sonno questo si popolava di sogni incantati ridonando al piccolo girino la voglia di giocare.

 

       I giorni nello stagno passavano sereni, i nostri piccoli amici crescevano e la natura faceva il suo normale corso. I girini crescevano, cominciavano a svilupparsi le zampe e vivere quella trasformazione era ogni giorno scoprire qualcosa di nuovo. La possibilità di saltare su una foglia, di assaporare l’aria del mattino respirando fuori dell’acqua. Cominciarono le prime veloci nuotate dietro agli insetti che popolavano lo stagno, insomma tutto procedevano così come madre natura aveva stabilito.

 

       La Rana Gilda, continuava ad animare lo stagno con i suoi magici disegni e la pace e la tranquillità regnavano sullo stagno. Nessuno notò che con lo svilupparsi delle zampe un altro evento avveniva: la coda dei girini, così com’è normale che sia, andava lentamente scomparendo.

 

       Tale naturale evento venne con il tempo seguito da un altro fatto, anche questo poco notato inizialmente da tutti se non dalla Rana Gilda: i suoi incantati disegni cominciavano a non mostrare più i loro colori.

 

       Con il passare del tempo, la Rana Gilda, ormai quasi priva della coda, imparò a disegnare usando le zampe. Finché poté continuò ad aiutarsi con la coda, ed anche se i colori erano più restii a farsi vedere, erano ancora visibili, quella strana magia continua dolcemente a mostrarsi.

 

       Ma un giorno la coda scomparì del tutto ed insieme alla coda scomparirono anche i colori del sole e della luna. Una sola rana riusciva ancora a vederli, quella rana era la Rana Gilda. Anche il movimento dell’acqua, non più mossa dalle piccole code, cambiò ed i lunghi capelli della luna smisero di unirsi ai dorati riccioli del sole.

 

       Indubbiamente i disegni erano ancora belli, ma avevano perso la loro magia, non riuscivano più a suscitare i sogni che avevano popolato gioiosamente le notti dei girini. La vita nello stagno continuava, ma i sogni avevano abbandonato quello specchio d’acqua perché nessuno sognava più. Così l’incantato specchio d’acqua di Vallerana diventò uno stagno come tanti altri.

 

       Solo una rana si accorse di ciò, ma non riusciva a trovare una spiegazione per quanto cercasse di immaginare quel che poteva essere successo. Nulla fuori del normale le sembrava essere capitato.

       Il tempo passò e, con l’arrivo della primavera, nuovi girini popolarono lo stagno. La Rana Gilda continuava a disegnare anche se quei disegni non avevano più un senso, non avevano più la loro magia.

 

       Un pomeriggio mentre, posata su una foglia si crogiolava agli ultimi raggi del sole la Rana Gilda notò un girino che nuotava da solo. Sembrava molto triste e così la nostra rana saltò in acqua, si avvicinò al piccolo, e gli chiese: “Cosa ti succede? Come mai quell’aria cosi sconsolata?”. Il girino fece finta di non aver sentito, con un colpo di coda cambiò direzione, e continuò a nuotare solitario. La Rana Gilda si rese conto che la sua domanda, anche se animata dal desiderio di aiutare il piccolo, era una domanda inutile. Ma mentre rifletteva su ciò, vide il piccolo girino che sorrideva guardando i suoi disegni. Infatti, il caso aveva voluto che la deviazione, effettuata per non dare una risposta alla rana, aveva portato il girino sulla riva dove Gilda continuava a disegnare.

 

        La Rana Gilda, incuriosita. Si avvicinò in silenzio. Non voleva disturbare il piccolo, ma non appena gli fu vicina sentì una voce dire: “Ehi, ma questi disegni hanno dei colori meravigliosi”. La nostra amica provò a guardare, ma non vide traccia dei colori. Il piccolo girino riprese a parlare: “E poi guarda, se muovo la coda la luna unisce i suoi capelli ai riccioli del sole. Non trovi sia meraviglioso?”. Il girino continuava a sorridere ed ora aveva un’aria serena, la stessa espressione incantata che da piccola la Rana Gilda aveva visto assumere tante volte ai suoi amici. Ma per quanto si sforzasse non riusciva a vedere né i colori, né quella magica unione del giorno e della notte. Non voleva togliere la gioia al piccolo e cosi rispose: “è vero, è meraviglioso”. Poi salutò e, sentendosi un po’ turbata, si allontanò. La notte passò tranquilla come sempre, le rane ed i girini dormivano, ma per la Rana Gilda non fu una notte come le altre. Seguitava a domandarsi perché se i disegni avevano ripreso la loro magia, lei non né aveva potuto godere. Quella notte dormì poco e quel poco che concesse al sonno non servì a ridonarle la serenità.

 

       La mattina dopo, un gruppo di girini guidato da un girino con un’aria felice cominciò a nuotare verso la riva dove si trovavano i disegni. Tal fatto fu, ovviamente, notato dalla Rana Gilda che, se pur stanca dalla notte insonne, decise di avvicinarsi discretamente per curiosare. I girini ridevano felici. Il girino della sera prima non faceva altro che raccontare dei fantastici sogni che avevano popolato il suo sonno, li raccontava con un tal entusiasmo che la Rana Gilda non poté fare a meno di sorridere ricordando quando anche i suoi sonni erano magicamente allietati dai sogni.

 

       Improvvisamente i girini cominciarono a muovere con allegria le code e rimasero a bocca aperta vedendo il sole e la luna unirsi, il giorno e la notte diventare una cosa sola. Solo in quel momento, la Rana Gilda capì cosa faceva ripetere il miracolo. Era la voglia di sognare, quella voglia di sognare che solo una coda poteva dare. Ripensò alla sua coda, riguardò i disegni e rivide nuovamente i colori, rivisse nuovamente l’incanto di quella magica unione tra il sole e la luna.

 

       Ora conosceva il segreto di quella magia. La voglia di sognare era quella che animava i disegni e l’animarsi delle figure a sua volta faceva crescere la voglia di sognare. Sapeva anche che, insieme alla coda, il diventare adulti aveva fatto sparire nei suoi amici il desiderio e la capacità di sognare.

 

       Passò una notte più serena ed il suo sonno si popolò nuovamente di sogni incantati. La mattina appena sveglia tornò ai disegni ed anche senza smuovere l’acqua ne vide i colori ed il loro fatato movimento. Che cosa fare per ridare la voglia di sognare ai suoi amici? Era ovvio! Ridargli una coda!

 

       Così, la Rana Gilda decise di usare la capacità di disegnare e la gioia dei piccoli girini per ridare una coda ai suoi amici. è vero, non avrebbe mai potuto ridare una vera coda a nessuno, ma poteva farla vedere a chiunque avesse voluto riaverla.

 

       Passò due giorni sulle rive dello stagno, proprio di fronte ai suoi disegni, a disegnare sul terreno delle code da girino. Al terzo giorno si avvicinò ai piccoli girini e chiese il loro aiuto per donare nuovamente i sogni agli adulti. Non dovevano fare nulla di particolare, solo muovere le code ed agitare le acque ad un suo cenno.

 

       Quando i girini furono di fronte ai disegni, la Rana Gilda convocò i suoi amici, li fece uscire dallo stagno, e li fece sedere sulla riva, ognuno in un posto ben preciso. Quindi fece il cenno concordato ai girini, i quali cominciarono a muovere con tenerezza la coda ed immediatamente, di fronte all’incantesimo dei disegni, i girini cambiarono l’espressione seria che avevano assunto nello svolgere il loro compito. Si poteva leggere sui loro piccoli volti la gioia, di un incantesimo che ancora una volta si ripeteva.

 

       Le rane, sedute sulla riva, non capivano, cosa succedeva a quei piccoli girini. Perché quell’espressione di gioia? Una di loro si voltò svogliatamente ed in quel momento vide una coda, disegnata, spuntargli alle spalle. Ricordò di quando anche lei era un piccolo girino, ed immediatamente vide animarsi i disegni, sorrise, si voltò verso il suo vicino e disse “Ti è spuntata la coda!”. La rana che le sedeva affianco fece un’espressione infastidita, ma si girò a guardarsi le spalle, sorrise e capì. Dopo un po’, tutti avevano rivisto la propria coda e tutti provavano nuovamente quella voglia di sognare che lì aveva accompagnati da piccoli.

 

       Il piccolo stagno di Vallerana è ancora lì, ad ogni stagione nuovi girini lo animano. Passandoci cercate sulla riva le figure delle code, provate a sedervi ed osservate i disegni della Rana Gilda. Ormai il tempo li ha resi sbiaditi, ma se saprete tornare bambini, se ricorderete il tempo in cui anche voi avevate una coda, allora li vedrete riacquistare tutta la loro magia. Allora potrete ricominciare a sognare, perché avrete riscoperto l’importanza d’essere bambini, della vostra invisibile coda.