Il libro di Codone

 

Una volta, in un piccolo bosco viveva uno scoiattolo, che fin dalla nascita aveva una meravigliosa coda, folta, come nell’intero bosco non se ne ricordava da generazioni. Per la sua bella coda era chiamato da tutti Codone.

 

Ma la particolarità di Codone non era la coda! Quando era piccolo suo nonno Roberto, un vecchio scoiattolo che aveva girato il mondo, gli raccontava di meravigliose avventure vissute di qua e di là, e quello che sempre colpiva Codone era quando nonno Roberto parlava dei libri e di come questi riuscissero a conservare al loro interno le storie.

 

Un giorno Codone chiese: “Nonno, come si fa a fare un libro?”, e nonno Roberto rispose:

"I libri si scrivono con le penne”, e la cosa finì lì.

 

Dopo un po’ di tempo, nonno Roberto raggiunse i boschi dove non fa mai caldo e non fa mai freddo, e Codone non lo rivide più. L’unica cosa che sapeva è che voleva scrivere un libro. Ma non sapeva cos’era un libro, né cosa intendesse nonno Roberto quando gli aveva detto “si scrivono …”, però sapeva cos’era una penna! Così da quel giorno, fra lo scherno di tutti gli altri scoiattoli del bosco, cominciò a portare a casa tutte le penne che rinveniva. Penne d’aquila, di cardellino, di picchio, di colombo e le penne di qualsiasi tipo di uccello trovasse nel bosco, ma pur avendone tante, non riusciva a scrivere il suo libro.

 

Passarono alcuni anni, e malgrado non sapesse più dove mettere le penne, e ormai ne avesse di qualsiasi genere nella sua tana, non riusciva a capire come fare a “scrivere” un “libro”. Così un giorno decise di seguire la strada verso la città, proprio come da giovane, aveva fatto nonno Roberto.

Il viaggio verso la città, non fu un lungo viaggio.  Infatti, il bosco che aveva visto i natali di Codone, era a pochi chilometri dalla cittadina. Il cammino non aveva riservato al nostro piccolo viandante grandi sorprese. Codone conosceva le strisce nere percorse da strani esseri con le gambe circolari che emanavo un inconfondibile odore di puzza. Una strada passava a poche centinaia di metri dal bosco, ed una volta nonno Roberto lo aveva portato fin lì ad osservare le auto che sfrecciavano veloci. Appena entrato in città la prima cosa che colpì profondamente Codone furono gli alberi luna. Degli alberi particolarissimi! Erano tutti uguali, privi di foglie e tutti avevano sulla cima una piccola luna. In realtà, altro non erano che lampioni, ma per uno scoiattolo sono dei meravigliosi alberi luna, quelli che per noi sono solo lampioni.

 

In città Codone cominciò ad osservare attentamente tutto ciò che si presentava davanti ai suoi occhi, nella speranza di trovare un libro, ma nulla di ciò che vedeva, sembrava conservare dentro di sé delle storie. Oltre agli alberi luna aveva visto alberi sole: verdi, poi gialli ed infine rossi, colori che si ripetevano continuamente, e stelle multicolori posate sulle tane degli uomini – sì, è vero, erano semafori ed insegne - ma nulla che a suo giudizio potesse essere un libro.

 

Mentre girovagava, osservava attentamente quelle enormi tane multicolori, quando finalmente ne vide una, in cui, seduto dietro uno strano tronco, vi era un uomo. Senza timore cercò di entrare in quella tana, ma qualcosa di invisibile glielo impediva. L’uomo sentì dei piccoli colpi contro la porta a vetri, si alzò dalla sua scrivania, e giunto alla porta guardò in basso. Fu così che vide uno scoiattolo che tentava con ostinazione di passare attraverso il vetro, aprì la porta, si chinò verso il piccolo scoiattolo, ne osservò con tenerezza la bellissima coda e chiese: “Posso esserle utile signore?”. Lo scoiattolo rispose: “Certamente signor uomo, saprebbe indicarmi dove posso trovare un libro? Vorrei capire come si scrive un libro”. L’uomo sorrise, guardò all’interno della sua bottega le decine di libri che ordinatamente facevo capolino dagli scaffali ed invitò lo scoiattolo ad entrare. Una volta all’interno sollevò delicatamente il suo ospite, lo posò sulla scrivania e quindi tornò a sedersi sulla sua sedia.

 

Su quello strano tronco Codone si sentiva a suo agio, era diverso da quelli del bosco, l’odore del legno non era lo stesso, ma era chiaramente odore di legno, così prese coraggio e si presentò: “Signor uomo, io mi chiamo Codone e vengo dal bosco di Valle Lontana, ho fatto un lungo viaggio per giungere fin qui, e per imparare come si scrive un libro, ora spero di incontrarne uno quanto prima”. L’uomo non riuscì a trattenere una risata, quel piccolo scoiattolo parlante lo incuriosiva, così decise che lo avrebbe aiutato: “Io mi chiamo Giulio” disse l’uomo, “E qui dove ti trovi puoi vedere tutti i libri che desideri, basta che ti guardi intorno”. Codone si guardò attentamente intorno, ma non riuscì a capire cosa volesse dire Giulio, non vedeva nulla che potesse conservare dentro di sé le meravigliose storie che aveva raccontato nonno Roberto, e quindi disse: “Oh, sì, certo signore, ma le dispiacerebbe essere più preciso?”,

 

Giulio comprese che Codone non aveva mai visto un libro, si alzò, si recò presso uno scaffale dove una bella scritta indicava i libri illustrati, ne scelse uno e ritornò alla scrivania, lo poggiò sulla stessa e lo aprì ad una pagina a caso. Lo stupore di Codone quando vide un bosco, del tutto simile a quello in cui era cresciuto, fu incontenibile, non riusciva a proferire verbo, ci vollero alcuni istanti, prima che si riprendesse. Il cuore gli batteva forte, un libro era dinnanzi ai suoi occhi e nonno Roberto aveva raccontato la verità! Tra sé pensò: “Un libro è una cosa meravigliosa se riesce a portare dentro un intero bosco!”. Poi la sua attenzione fu attratta dagli strani segni posti sotto le immagini, non gli ricordavano nulla e non riusciva a comprenderli. Domandò a Giulio: “Di cosa si tratta?” indicando con una zampetta quegli strani segni. Giulio gli spiegò che quelle erano scritte, gli uomini scrivevano per raccontare e conservare per sempre fatti, storie vere e favole! Gli occhi di Codone s’illuminarono, in una sola volta aveva scoperto cos’era un libro ed a cosa serviva scrivere.

 

Giulio affascinato dalla curiosità del suo piccolo ospite, aprì un cassetto ed estrasse una penna, del tutto simile a quelle che Codone conservava nella sua tana, un calamaio ed un foglio di carta. Aprì il calamaio, v’intinse la penna e tracciò alcuni segni:  

 

 

Codone

 

 

“Questo, altro non è che il tuo nome, scritto su un foglio di carta”. Codone sorrise, era la prima volta che vedeva il suo nome scritto, e in quell’istante capì che per scrivere un libro non bastava avere una penna, servivano altre cose, cioè un piccolo contenitore con quell’acqua colorata, e quella cosa che Giulio aveva chiamato carta! Ma, più di ogni altra cosa, bisognava imparare a tracciare quegli strani segni.

 

       Rimase un poco di tempo a riflettere, indeciso sul da farsi, poi disse: “Signore lei m’insegnerà a scrivere?”. Giulio sorrise, l’idea di insegnare a scrivere ad uno scoiattolo era un’idea veramente bizzarra, buffa, ma anche divertente. Guardò la bellissima coda di Codone, guardò le decine di libri impolverati che si affacciavano ordinatamente dagli scaffali, ed ebbe un’idea: “Sì, piccolo scoiattolo t’insegnerò a scrivere ed un giorno conserverò con attenzione il tuo libro, ma in cambio, tu mi aiuterai a spolverare i miei libri”. Codone era cosi felice che rispose: “Certamente signore!”. Poi rifletté un attimo e continuò: “Ma come faccio a spolverare i suoi libri?”. Giulio sorrise e rispose: “Non dovrai fare altro che correre lungo gli scaffali e la tua coda farà il resto”. Codone comprese cosa intendeva Giulio, saltò giù dalla scrivania, con un solo balzo fu sul primo ripiano degli scaffali e cominciò subito a correre, facendo bene attenzione a tenere la coda appoggiata ai dorsi dei libri. Quando finì il primo ripiano saltò nuovamente a terra, scrollò la coda sollevando una nuvoletta di polvere e guardò Giulio soddisfatto.

 

       Giulio era rimasto incantato! Veder correre lungo lo scaffale quel piccolo scoiattolo, la semplicità con cui aveva svolto il suo primo lavoro, il desiderio di imparare a scrivere, nascondevano un amore per i libri, che solo chi li amava altrettanto poteva insegnare. Tanto è vero che era stato nonno Roberto ad accendere la curiosità di Codone, e Giulio decise che avrebbe aiutato con amore il piccolo scoiattolo a coltivare quella sua passione.

 

       Passarono alcuni mesi, Codone era molto attento ed eseguiva con diligenza gli esercizi che Giulio gli assegnava. Tutte le mattine si alzava presto e correva lungo gli scaffali, la sera fino a tardi, adagiato sulla scrivania si esercitava a scrivere, e quando la nostalgia del suo bosco gli invadeva il cuore, sfogliava quel libro che Giulio gli aveva mostrato la prima volta, guardava con tenerezza le immagini di quel bosco che gli ricordavano la sua tana lontana.

 

       Così, giorno dopo giorno, con la coda sempre un po’ più consumata Codone imparò a scrivere e poi anche a disegnare. Erano disegni semplici ma conditi d’amore; vi erano le pagine con le storie del bosco, e con le favole raccontate da nonno Roberto. Intanto il numero di pagine aumentava di giorno in giorno, finché un dì Giulio chiese a Codone il permesso di poterle portare via. Codone rimase un po’ perplesso, ma di quell’uomo si poteva fidare e così acconsentì.

 

       Dopo una settimana, Giulio chiamò Codone, lo sollevò da terra e lo pose sulla scrivania su cui per tanti mesi aveva passato le serate, alla fioca luce di una lampada a petrolio, a scrivere le sue storie. Giulio prese dal cassetto un pacchetto e lo pose davanti a Codone: “Questo è il tuo libro” disse. Codone non capiva, ma preso dalla curiosità scartò il pacchetto, e rimase senza parole! Si trattava di un bellissimo libro rilegato sulla cui copertina spiccava una scritta in oro:  

 

 

"Le storie di nonno Roberto e di suo nipote Codone”

Scritto ed illustrato

dallo scoiattolo Codone  

 

 

Era la realizzazione del suo sogno, di quel sogno che aveva fin da piccolo, quando ascoltava affascinato quelle storie, che al calare della sera seduto sotto un albero, gli raccontava nonno Roberto.

 

Era la prima volta che Giulio vedeva una lacrima solcare il musetto di Codone, in quei mesi passati insieme aveva imparato a conoscere il suo piccolo amico, la sua determinazione e la sua semplicità, ma non lo aveva mai visto piangere.

 

Dopo pochi giorni Codone disse a Giulio che era giunto il momento di tornare al suo bosco, gli chiese di conservare il suo libro, un giorno forse, sarebbe tornato per spolverarlo, cosa che fece delicatamente subito prima di ripartire.

 

Non so se Codone sia mai tornato nella libreria di Giulio per spolverare il suo libro, ma so che Giulio lo ha fatto per anni ed anni, ed ogni volta che lo ha fatto una sola piccola lacrima gli ha solcato il viso.

 

Se mai doveste ritrovare il libro di Codone, spolveratelo con amore, e se una piccola lacrima comparirà sul vostro viso, non pensate sia l’allergia alla polvere, sarà solo l’amore che Codone aveva messo nel realizzare il suo piccolo sogno e, che ancora sprigiona quel semplice, dolce, meraviglioso libro dei sogni.