C’era
una volta un bosco, uno di quei boschi dove qualche volta avrete passeggiato
anche voi. In questo bosco vivevano tanti animaletti, tra cui Coniglio
Francesco. Almeno una volta alla settimana, passeggiando da quelle parti si
sentiva un profumo delizioso, il profumo di un minestrone magico, in cui si
mischiavano agli odori delle verdure, mille altri odori. Era il minestrone di
Coniglio Francesco. In molti avevano cercato di scoprirne la ricetta! Pensate
che una notte, il Gufo Alberto aveva seguito fin nell’orto il Coniglio
Francesco ed aveva preso nota di tutti gli ingredienti, aveva realizzato quindi
la ricetta alla perfezione, ma il risultato non era stato lo stesso: il suo
minestrone odorava non profumava. Anche il Tasso Giulio aveva tentato più
volte, ed anche in questo caso il risultato era solo un buon odore e nulla di più.
Quando
decideva di preparare il suo minestrone, Coniglio Francesco attendeva con ansia
che il sole calasse e divenisse buio, poi usciva dal bosco e si recava
nell’orto di Contadino Giovanni, cercava la cipollina più dolce, la carotina
più tenera, il sedanino più fresco, il pomodorino più maturo, insomma per
ogni tipo di verdura selezionava quella che più gli ispirava dolcezza. Quindi
tornava nel bosco, tagliava finemente le verdurine e le lasciava bollire. No,
per conoscere il segreto del minestrone di Coniglio Francesco dovrete pazientare
ancora un po’.
Contadino
Giovanni era un uomo mite, di quelli che non avrebbero mai fatto del male a
nessuno. Viveva nella sua piccola casa al limitare del bosco, e tutte le mattine
si alzava al sorgere del sole per andare a curare il suo piccolo orto e lo
faceva con un amore unico. Ma da qualche tempo, almeno una volta alla settimana
le verdurine migliori sparivano dall’orto e Contadino Giovanni non era affatto
contento di tali sparizioni. E così, una sera decise di scoprire chi era il
furfante che razziava il suo orticello. Pensò di preparare una trappola, no, non
temete, una di quelle trappole che non riuscirebbero a far male nemmeno ad una
mosca. Costruì una cassetta di legno, vi fece dei piccoli buchi per far
circolare l’aria, e preparò con un ramo una forcella alla quale legò un piccolo
spago.
La
sera in cui la trappola fu completata, Contadino Giovanni si recò nell’orto e
la sistemò sulla carotina più tenera, quindi tornò a casa, mangiò del pane e
del formaggio, bevve un bicchiere di vino ed andò a dormire con la speranza di
catturare il furfante.
Il destino volle che proprio quella sera stessa, Coniglio Francesco
decidesse di preparare il minestrone. Poco dopo il calar del sole uscì dal
bosco, si recò nell’orto di Contadino Giovanni, e cominciò la ricerca delle
verdurine: la cipollina più dolce, il sedanino più fresco, il pomodorino più
maturo, ma quando arrivò alla carotina più tenera, improvvisamente sparirono
le stelle e la luna. Coniglio Francesco pensò stesse arrivando un temporale,
quelli che si annunciano con delle grandi nuvole nere, ma ben presto si rese
conto che ciò che aveva oscurato la luna e le stelle non era il passaggio delle
nuvole. Spaventato si mise seduto e cominciò a pensare al modo per uscire da
quella situazione, passò diverso tempo ed alla fine capì che non vi era modo
alcuno di riacquistare la libertà. Con il passare delle ore il sonno si
impadronì di lui. Fu un sonno nervoso, un po’ agitato, e stava ancora
dormendo quando sentì l’avvicinarsi di qualcosa o qualcuno.
Quella
mattina Contadino Giovanni si era svegliato prima del solito, anche se per
motivi diversi da quelli di Coniglio Francesco, aveva avuto un sonno agitato. Si
sciacquò il viso, mise sulla stufa un pentolino con un po’ di latte, ed
avvicinatosi alla finestra guardò verso l’orto. La trappola aveva funzionato,
se era un contadino fortunato, subito dopo colazione, avrebbe potuto guardare in
volto il furfante che faceva razzia delle verdurine migliori.
Quando sentì che i passi si facevano sempre più vicini, Coniglio
Francesco iniziò ad avere paura, il suo piccolo cuoricino da coniglio batteva
forte e le orecchie non riuscivano più a rimanere dritte sulla testa.
Improvvisamente la luce del sole gli riempì gli occhi, si sentì afferrare
teneramente e sollevare da terra.
Contadino Giovanni guardò il piccolo coniglio biondo, non riuscì a
guardarlo con rabbia; quel piccolo coniglietto con le orecchie abbassate gli
faceva tenerezza. Tuttavia pensò che non poteva lasciarlo libero o le razzie
nel suo orto sarebbero continuate, così con quell’esserino delicatamente
tenuto in mano, riprese la strada di casa. Una volta giunto a casa, posò
Coniglio Francesco in una piccola ma accogliente gabbia, riempì una ciotolina
con dell’acqua ed un piattino con della lattuga fresca, e quindi tornò a
curare il suo orto.
All’imbrunire
Contadino Giovanni, finito il lavoro nell’orto tornò a casa, lanciò
un’occhiata a Coniglio Francesco, e si preparò la cena. Quella sera prima di
andare a dormire sorseggiò soddisfatto, pensando che il suo orto era ormai al
sicuro, un bicchierino di grappa, e quindi stanco della giornata di lavoro e
dell’alzataccia del mattino, si coricò a letto e venne rapidamente raggiunto
dal sonno.
La mattina dopo quando si alzò, Contadino Giovanni andò come prima cosa
a vedere come stava quel piccolo coniglio biondo. Sembrava tutto a posto, ma notò
che il coniglietto non aveva né mangiato né bevuto alcunché, allora
preoccupato decise di aggiungere alla lattughina una piccola e tenera carota,
fece colazione ed uscì nuovamente per andare a lavorare nell’orto.
La giornata passò velocemente, però mentre lavorava c’era una
preoccupazione nuova che continuava a girargli da un lato all’altro della
testa: “Come stava il piccolo coniglio biondo “ospitato” nella sua
casa?”
La sera rientrò un po’ prima del solito, era troppo preoccupato per
rimanere ancora nell’orto. Appena ritornato corse a vedere il piccolo coniglio
biondo, e con rammarico vide che non aveva né mangiato né bevuto! Contadino
Giovanni preparò la cena, ma mangiò svogliatamente. Ad un certo punto gli uscì
una frase a voce alta: “Perché non mangi nulla, non posso liberarti, ma non
voglio vederti cosi!”. Nel silenzio della cucina si sentì una vocina:
“Vorrei tanto preparare il mio minestrone!”. Contadino Giovanni sobbalzò
sulla sedia, si guardò intorno ma non vide nessuno. Dopo pochi minuti la vocina
si risentì: “Solo un po’ del mio minestrone!”. Questa volta Contadino
Giovanni saltò in piedi e con voce spaventata disse “Chi è che parla, dove
sei, fatti vedere!” e per tutta riposta ebbe: “Sono qui e se non apri la
gabbia non posso farmi vedere, a meno che tu non ti giri”
Contadino Giovanni non sapeva cosa dire né cosa fare, si voltò verso la
gabbia del piccolo coniglio biondo e con voce un po’ tremante disse: “Ehi, i
conigli non parlano!”, ma il piccolo coniglio gli rispose “Questa è una
sciocca convinzione di voi contadini”, in realtà voleva dire voi umani, ma
era convinto che tutti gli umani fossero contadini, un po’ come tutti i
conigli sono conigli.
Anche se piuttosto perplesso, Contadino Giovanni domandò cosa servisse ad un coniglio per fare un minestrone, e così Coniglio Francesco preparò una lista di verdurine e a quel punto grato a Contadino Giovanni, bevve un po’ d’acqua dalla ciotolina. Ormai le tenebre avevano coperto l’orto, ma Contadino Giovanni prese una lanterna e vi si recò alla ricerca delle verdurine richieste dal piccolo coniglio biondo.
Non dovette
cercare molto, conosceva perfettamente ogni pianticella dell’orto.
Quando rientrò in casa il coniglio gli chiese se poteva liberarlo solo
per il tempo necessario a preparare il minestrone, promettendo che non sarebbe
scappato. Contadino Giovanni acconsentì, come si poteva negare qualcosa ad un
piccolo coniglio biondo che parlava con una vocina cosi dolce?
Coniglio Francesco tagliò finemente le verdurine, e quindi le mise a
bollire nella pentola che nel frattempo aveva riempito d’acqua e posto a
bollire sulla stufa. Contadino Giovanni guardava con dolcezza il coniglio ed il
modo quasi rituale con cui stava preparando il minestrone. Dopo circa
mezz’ora, il coniglio chiese cortesemente: “Ora potresti poggiare la pentola
per terra?”, Contadino Giovanni non capiva a cosa servisse, ma fece quello che
il coniglio aveva chiesto, quel minestrone sembrava avere un buon odore pensò,
mentre poggiava sul pavimento la pentola. A quel punto Coniglio Francesco girò
spalle alla pentola e con il suo buffo codino mischiò le verdurine,
improvvisamente per tutta la casa si sparse un meraviglioso profumo di
minestrone. Era il codino, il segreto del minestrone di Coniglio Francesco!
Contadino Giovanni era affascinato dal profumo che emanava la pentola,
era indubbiamente un profumo di minestrone, ma se la semplicità e l’amore
avessero avuto un profumo, avrebbe scommesso fosse quello.
Il caso volle, che nonostante l’ora ormai tarda, una macchina di
forestieri, che avevano smarrito la strada si fermasse proprio in quel momento
davanti alla casa di Contadino Giovanni. L’uomo che guidava scese e bussò
delicatamente alla porta, quando Contadino Giovanni aprì, l’uomo fu
immediatamente preda di quel meraviglioso profumo e se avesse dovuto dare un
profumo a semplicità ed amore, avrebbe scommesso che era proprio il profumo che
stava sentendo. Dopo un attimo di smarrimento l’uomo chiese a Contadino
Giovanni se poteva indicargli un posto nelle vicinanze dove cenare. In quell’istante si sentì una vocina provenire dall’interno: “Se volete,
potete fermarvi qui, di minestrone ce n’è abbastanza per tutti”. Contadino
Giovanni non ebbe dubbi e rinnovò l’invito, in fondo quella era proprio una
sera speciale. L’uomo accettò ed andò alla macchina a chiamare la moglie.
Una volta entrati in casa sentirono ancor meglio quel meraviglioso profumo di
minestrone, amore e semplicità che emanava la pentola. Si misero a tavola e
dopo pochi minuti erano tutti in silenzio a gustare il meraviglioso minestrone
di Coniglio Francesco. Finita la cena, bevvero ancora un buon bicchierino di
distillato, la coppia ringraziò e riprese il proprio viaggio.
Coniglio Francesco rientrò nella gabbia ed augurò, dopo averlo
ringraziato, la buonanotte a Contadino Giovanni, il quale a sua volta ringraziò
per l’ottima cena. In realtà quella sera senza rendersene conto aveva cenato
due volte, augurò la buonanotte e, volutamente, senza richiudere la gabbia andò
a coricarsi nel proprio letto. Quella notte dormì un sonno tranquillo e lieto
come non gli era mai capitato.
La mattina dopo di buon’ora si alzò, sentendosi stranamente felice, si
recò in cucina guardò il piccolo coniglio biondo che ancora dormiva nella
gabbia, e lo svegliò dolcemente. Gli disse: “Va bene, sarai pure un piccolo
furfante, ma non ho il diritto di tenere chiuso in gabbia il tuo codino, torna
nel tuo bosco ed ogni tanto vieni a trovarmi, vieni a donarmi un po’ di
felicità preparandomi il tuo minestrone”. Coniglio Francesco ringraziò e
prese la strada del bosco, spesso si voltava indietro a guardare quel buffo
contadino che era rimasto sulla soglia della casa.
Passarono diversi giorni, quando una domenica mattina il Contadino
Giovanni, si aggirava per il bosco chiamando “Francesco, ohi Francesco!”. Il
coniglietto sentendosi chiamare e riconoscendo la voce del buffo contadino, uscì
dalla tana e seguì il suono di quella voce, fino a ritrovarsi davanti a lui.
“Francesco devi aiutarmi, da questa mattina la mia casa è diventata luogo di
processione, continua ad arrivare gente che chiede di poter assaggiare il tuo
minestrone, e non c’è verso di convincerli ad andar via!”. Il coniglio
rispose: “Va bene, certo, dammi il tempo di darmi una sciacquatina giù al
torrente ed arrivo, tu intanto prepara le verdurine”. Contadino Giovanni tutto
soddisfatto riprese la via di casa e dopo pochi istanti era nell’orto a
cercare le verdurine. Il minestrone fu un successo e così nei giorni successivi
la processione di gente che giungeva a casa del Contadino Giovanni non si arrestò.
Dopo qualche giorno Coniglio Francesco e Contadino Giovanni decisero,
davanti ad un piatto di buon minestrone, di mettersi insieme in affari e così
sulla porta di quella che fino al giorno prima era una casa contadina comparve
un’insegna
Trattoria da Giovanni
Al
minestrone di Coniglio Francesco
|
Non
ricordo l’indirizzo, e non so se Contadino Giovanni e Coniglio Francesco
ancora preparino il meraviglioso minestrone, ma se per caso passate da quelle
parti, non perdete l’occasione per assaggiarlo, per sentire il profumo della
semplicità e dell’amore, e magari per dare di nascosto una sbirciatina a quel
curioso codino di Coniglio Francesco.
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