Gli Elementi

(L'Acqua)

 

”Colta nella prospettiva della sua profondità,

una materia è proprio il principio che può essere

indifferente alle forme.”

Gaston Bachelard

 

Si premette, per maggiore comprensione e chiarezza verso chi legge, che ci si riferirà all’acqua come l’elemento che tutti conosciamo con la lettera iniziale minuscola e all’Acqua come archetipo con la A maiuscola.

L’acqua è la sostanza più diffusa sul nostro pianeta e possiede delle caratteristiche chimiche e fisiche veramente peculiari e particolari.

La sua molecola, H2O, è composta da due componenti: l’idrogeno e l’ossigeno. Due gas (appartenenti all’ archetipo Aria) che combinati tra loro formano l’acqua (appartenente all’archetipo Acqua, ovviamente!).

Non solo, l’idrogeno è un combustibile e l’ossigeno un comburente, insomma una miscela che d’acchito ci fa pensare a qualcosa di “esplosivo”.

É una sostanza che per struttura molecolare è bipolare a causa della differenza di elettronegatività degli atomi di ossigeno e di idrogeno, e i suoi elettroni “liberi” sul livello più alto dello molecola si sganciano e scambiano facilmente per combinarsi vicendevolmente con un’altra molecola d’acqua in un moto incessante.

Ed è proprio questa “danza” di elettroni, nel trasferimento da una molecola d’acqua all’altra, che rende questa sostanza liquida, fluida, con una forte capacità solvente, e tante altre caratteristiche molto particolari come quella di possedere una densità inferiore allo stato solido rispetto allo stato fluido, ecc.

Cosa c’è di più elementare e semplice dell’acqua e quanto misteriosa ed affascinante si mostra ai nostri occhi quando la si osserva cosi da vicino nel micro.

L’acqua possiede quindi funzioni solventi, purificanti, ripulenti. Non sorprende quindi il suo uso rituale, come per esempio nel battesimo, o allungando la nostra visuale fino alle rive del fiume Gange, nella ritualità dell’immersione totale del corpo nell’acqua.

L’energia che si può produrre grazie all’acqua è veramente notevole, e forse non abbiamo ancora scoperto tutto. Intanto basti pensare quando, per forza di gravità, l’acqua precipita da una cascata e a quanto energia si sprigiona; con l’ingegno umano è stato possibile trasformare tale potenza in elettricità.

Oppure con l’apporto di calore, la produzione di vapore sia trasformata in energia cinetica. Funzionavano così le prime locomotive.

L’utilizzo e impiego di questa meravigliosa sostanza è variegato e molteplice. Le prime misurazioni del tempo si effettuavano facendo scorrere dell’acqua per riempire dei contenitori, così ad esempio veniva dato lo stesso tempo a due oratori in una disputa, misurandolo in quantità d’acqua. Da qui viene la locuzione “scorrere del tempo”.

 

 

 

Mille impieghi, per soddisfare i bisogni primari, quelli culturali, metafisici e religiosi. Grazie alla duttilità e alle varie forme sotto cui si presenta questo elemento: mare, lago, fiume, ghiacciaio, neve, pioggia, grandine, vapore e nuvole.

A prima vista l’Acqua è nemica del Fuoco. Questi due elementi invece, tenuti alla giusta distanza collaborano senza annientarsi e creano vita. Il bambino cresce dentro la mamma protetto dal liquido amniotico e riscaldato dal calore del suo corpo.

E come esprime molto bene, con chiarezza e semplicità, Omraam Mikhael Aivanhov nel libro “Le rivelazioni del fuoco e dell’acqua”, questi due elementi visti su un piano spirituale corrispondono alla saggezza e all’amore. E mentre il Fuoco esprime una energia di tipo Yang, l’Acqua è invece Yin. Principio maschile e femminile, i principi della creazione.

Siamo ovviamente di nuovo di fronte ad un principio, l’Acqua, che in quanto archetipo prenderà, secondo il sistema di riferimento, una forma tangibile ogni volta differente ai sensi dell’essere umano che osserva. 

Riconosceremo il principio Acqua, talvolta nell’amore, a volte in un atteggiamento di adattabilità e di servizio, o in principi purificanti e fluidificanti.

Il modo più semplice di comprendere questo archetipo o principio è osservare l’acqua che tutti conosciamo, con la quale ci dissetiamo e con cui coltiviamo i prodotti della terra che costituiscono il nostro cibo.

Da un punto di vista antropologico non c’è insediamento umano che non sia sorto nei pressi di un fiume, di un lago o di un ghiacciaio. Senz’acqua non si sopravvive. Ce ne rendiamo conto anche tragicamente quando pensiamo alle popolazioni che vivono in zone desertiche o in aree soggette a siccità, oppure all’inquinamento dei siti fluviali e tutto ciò che ne consegue.

Altro tema attualissimo è la cosiddetta guerra dell’acqua: costruzioni di dighe o deviazione di corsi d’acqua in uno Stato che assetano le popolazioni di un altro. è una manipolazione umana molto discutibile e che non ha nulla di morale.

In generale l’acqua possiede da un lato una “funzione nutriente”, grazie alla sua azione permette alla natura di fornire i suoi frutti e aiuta l’uomo nelle coltivazioni, senza parlare della pesca, e dall’altro lato una “funzione protettiva”, in collaborazione con l’aria, mitigando la temperatura terrestre proteggendola dal calore del Sole.

L’acqua è usata per l’igiene della persona, e oltre a dissetare è utilizzata per la cottura e la lavorazione di cibi. La trasformazione degli alimenti attraverso un uso “culturale” dell’acqua per dirla alla Claude Levi-Strauss.

Cultura è anche l’ispirazione, che le immagini delle varie forme in cui si presenta l’acqua ispira, e che viene trasposta in poetica o in arte pittorica.

Nel campo della comunicazione a un livello macro, con la navigazione, ecco che l’acqua rappresenta il supporto fisico che avvicina i popoli.

A livello micro, molto c’è sicuramente ancora da scoprire, intanto molto significativi sono gli esperimenti di Masaru Emoto con i cristalli d’acqua che si formano e in cui restano impresse forme geometriche differenti secondo il tipo di esposizione a cui vengono sottoposti, musica classica piuttosto che rock, o a simboli grafici ed altro.   

Da un punto di vista psicologico, rifacendoci al pensiero junghiano, l’Acqua corrisponde alla funzione sentimento. I sentimenti ci invadono, ci riempiono o ci svuotano proprio come contenitori pervasi dall’acqua: acqua calma, oppure in moto, con onde o tempesta.

I modi di dire e le espressioni sono emblematiche: “sono sulla cresta dell’onda”, “mi sento sommerso”, “mi sento annegare”, “piango lacrime di gioia”, “ho il cuore in tempesta”, ecc.

Ci sono Acque diverse, pulite o torbide, calme o tempestose, calde o fredde. Così l’astrologo si trova di fronte a tre Segni Zodiacali e a tre Case diverse cosiddette d’acqua che propongono sentimenti, azioni e passività variegate. Soprattutto con segni molto legati a tutto ciò che è inconscio e che talvolta sono inconsapevoli delle loro stesse doti.

I tre Segni, appartenenti a questo elemento così prezioso, sono quelli del Cancro, dello Scorpione e dei Pesci. Le case sono la IV (quarta), l’VIII  (ottava) e la XII (dodicesima). 

In generale i segni d’acqua sono particolarmente sensibili. Si tratta di una sensibilità che non deve essere confusa con la fragilità, ma con una formidabile capacità di penetrazione.

L’acqua si insinua, penetra, riempie i vuoti, si adatta alla forma, così facendo conosce ogni singola piega più recondita di ciò che invade.

Se pensiamo alle  maree, a come reagisce cioè l’acqua del mare all’avvicinarsi e all’allontanarsi del corpo lunare, per analogia un individuo fortemente caratterizzato dall’elemento acqua  capterà le emozioni di un altro individuo che si dovesse avvicinare.

Tramite questo elemento si comprende empaticamente ciò che ci circonda: sia che si tratti di una situazione ambientale piuttosto che dell’umore di chi ci sta accanto anche se abilmente mascherato, ma la maschera sta in superficie mentre l’acqua va in profondità.

La grande sfida sta nel saper comprendere, gestire e incanalare le emozioni in modo produttivo e proficuo per l’individuo e non lasciarsi invece travolgere dalle emozioni stesse.

Essere spinti, sollecitati, motivati dai nostri sentimenti e dalle emozioni e non restare in balia delle onde che queste possono provocare. Primo passo accettare di sentirle, poi comprenderle, quindi farne un uso positivo.

Con tre parole chiave potremmo definire l’acqua cancerina con la parola nascita, l’acqua scorpioniana con il termine trasformazione e l’acqua pescina con il concetto di trascendenza.

L’Acqua del Cancro è paragonabile all’acqua del mare, è creativa. E’ associata alla Casa IV ed alla Luna, ci troviamo le maree, la vita intra-uterina, il liquido amniotico. Siamo di fronte al miracolo della nascita, è l’acqua in cui si sviluppa la vita. E’ la culla sicura a cui vorremmo qualche volta fare ritorno per sentirci protetti, sicuri e unici.

L’Acqua dello Scorpione è misteriosa, talvolta torbida e stagnante, sicuramente un’acqua profonda che incute paura. É associata alla Casa VIII e al concetto di trasformazione, morte e rinascita. É l’acqua che fa paura, perché non si sa cosa ci sia dentro. Ma anche lì si possono trovare dei principi vitali e trasformatori.

Pensiamo allo stagno e al suo fondale melmoso. Lì nascono le ninfee, fiori bellissimi che attraversano trasversalmente l’acqua torbida che si rivela fertilissima. Notevole è il proliferare di insetti e animali di ogni tipo, e uno di essi che lì vive e che meglio rappresenta la trasformazione è la rana, con il suo passaggio da girino ad anfibio.

Se nel segno del Cancro l’individuo nasce per la prima volta, nel segno dello Scorpione l’individuo muore e rinasce più volte, sono i riti di passaggio,  i lutti psicologici, il viaggio per conoscere se stesso. È rinascere dopo ogni grande esperienza divenendo sempre più consapevoli.

Nell’acqua dei Pesci si rinasce ad un livello trascendente. è il divenire consapevoli di essere  una goccia nell’oceano e contemporaneamente di essere l’oceano. É la Casa XII, la dissolvenza dell’ego e il contatto con lo spirito e la spiritualità e con tutto ciò che è altro e di cui allo stesso tempo si è parte.

In queste acque profonde c’è una enorme varietà di vita, le differenze non costituiscono un problema di separatezza anzi la indifferenziazione costituisce la potenzialità vitale.

Vi è inoltre così tanto spazio, che pur nella moltitudine di presenze si riesce a stare soli con se stessi, in silenzio, facendo parte di un tutto.